Niente da fare per Olindo Romano e Rosa Bazzi, nonostante le nuove prove e tre presunti testimoni mai ascoltati durante il processo, per loro è stato confermato l’ergastolo per la strage di Erba e non ci sarà alcuna revisione della sentenza. La Corte d’Appello di Brescia ha ritenute inammissibili le tre richieste di revisione avanzate dal pg di Milano Cuno Tarfusser e dagli avvocati di Olindo e Rosa.
È stata dunque confermata la sentenza della Cassazione del 2011, che condannò all’ergastolo la coppia. In ogni caso la difesa, come già annunciato dall’avvocato Fabio Schembri, potrà fare ricorso in Cassazione, quindi la parola fine a questa terribile vicenda non è stata ancora posta dopo 18 anni.
Schembri ritiene che la sentenza della Corte d’Appello di Brescia presenta un vizio di legittimità poiché non sono state assunte le prove. Olindo, ai suoi legali, aveva confidato che ci credeva davvero nella revisione del processo.
Tre gradi di giustizia hanno ritenuto Olindo Romano e Rosa Bazzi colpevoli della cosiddetta strage di Erba, dove furono uccisi in via Diaz Raffaella Castagna, la madre Paola Galli, il figlio Youssef di due anni e la vicina di casa Valeria Cherubini. L’unico superstite fu Mario Frigerio, marito della Cherubini, morto nel 2014 e principale accusatore dei coniugi Bazzi.
La richiesta di revisione del processo puntava a mettere in discussione tre prove, poi utilizzate fino alla Cassazione. In primis la confessione di Olindo e Rosa per dissidi condominiali, poi ritrattata in seguito. Olindo disse che furono manipolati e in un certo senso indotti a confessare, per trovare rapidamente un capro espiatorio.
La seconda prova che la difesa voleva confutare era la confessione di Mario Frigerio. Infine la terza prova da confutare era la prova scientifica ritrovata nella traccia di sangue sul battitacco dell’auto di Olindo e attribuita a Valeria Cherubini.
La decisione di non rivedere il processo ha deluso molto anche Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef, che si è sempre detto convinto dell’innocenza di Olindo e Rosa e più volte ha inviato i giudici a riaprire il processo per trovare i veri colpevoli.
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