Ennesima clamorosa svolta nel caso dell’incidente di Mestre risalente allo scorso 3 ottobre, dove persero la vita 21 persone. In base all’accertamento tecnico effettuato sul bus è emerso che lo sterzo del mezzo era rotto.
La notizia è stata riportata da Il Gazzettino, che ha aggiunto che “la perizia è ancora in corso e si dovrà capire in che momento, esattamente, sia avvenuta la frattura”. Sono dunque necessari ulteriori accertamenti per capire se il guasto allo sterzo sia stato la causa dell’incidente, oppure una conseguenza. I periti tramite un’analisi minuziosa al microscopio dei frammenti della rottura dovrebbero essere in grado di fare luce sulla vicenda.
La rottura dello sterzo potrebbe essersi verificata in 3 possibili momenti: “prima dell’incidente, dopo l’impatto con il cordolo o dopo la caduta dal cavalcavia”. Nel primo caso il malfunzionamento dello sterzo sarebbe la causa principale della tragedia e giustificherebbe il fatto che l’autista, Alberto Rizzotto, non abbia neanche provato a sterzare.
Tra il 28 e il 29 febbraio sono attesi i verdetti degli esperti nominati dalla procura per effettuare tutti i rilievi necessari sul mezzo, sulla tenuta stradale del cavalcavia e sulle scatole nere.
Intanto il 26 gennaio sono arrivi gli esiti della perizia sul cuore di Rizzotto, dai quali non sono emerse anomalie né problemi cardiaci. Il 40enne non avrebbe avuto alcun malore e la morte, secondo gli esami medico-legali, sarebbe stata causata dallo sfondamento del cranio dopo la caduta del bus da un’altezza di circa 10 metri.
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