L’uomo ha confessato di aver ucciso la moglie e la figlia e di aver gravemente ferito Nicolò, sopravvissuto dopo una serie di interventi chirurgici e oggi in carrozzina.
La Procura di Busto Arsizio ha chiesto la condanna all’ergastolo per l’interior designer che a maggio dell’anno scorso ha ucciso la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia nella villetta di famiglia a Samarate (Varese) riducendo in fin di vita il figlio Nicolò, unico sopravvissuto.
E’ intervenuto in aula anche il legale dei familiari parti civili nel processo, l’avvocato Stefano Bettinelli, che ha quantificato in tre milioni di euro il risarcimento dovuto anche al figlio dell’imputato, che sta affrontando un lungo percorso di riabilitazione.
Il difensore di Maja, l’avvocato Gino Colombo, ha chiesto, invece, che venga riconosciuto il vizio parziale di mente, contestando i risultati della perizia che ha riconosciuto l’uomo come capace di intendere e di volere.
Maja, nella scorsa udienza, aveva parlato in aula: “Ho commesso un reato imperdonabile e chiedo perdono – sono alcune delle frasi – non so come scusarmi”.
In luglio verrà emessa la sentenza.
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