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Si suicida dopo il licenziamento, la collega lo ricorda al funerale ma il prete la stoppa: “Non siamo al sindacato”

Pubblicato il 17 Agosto 2024

Un uomo di 55 anni di Piove di Sacco, in provincia di Padova, si è suicidato dopo che il 31 luglio gli era stato comunicato il licenziamento dopo 27 anni di lavoro al supermercato Metro nella sede di Marghera. Secondo i colleghi era un lavoratore modello dalla carriera immacolata, ma evidentemente aveva commesso una disattenzione che avrebbe provocato una perdita di 280 euro per l’azienda.

Il presunto errore

Stando a quanto riportato da Tg24.sky il 55enne si sarebbe dimenticato di addebitare le spese di trasporto ad alcuni clienti, causando una perdita per l’azienda di 280 euro. I dirigenti della direzione a giugno lo avrebbero convocato per ascoltare la sua versione dei fatti, ma la sua spiegazione non sarebbe stata convincente e così sarebbe scattato il licenziamento.

A quanto pare l’uomo si sarebbe anche rivolto alla Filcams Cgil di Venezia per impugnare il licenziamento, che lui riteneva una punizione eccessiva e non proporzionale all’errore commesso. Sembra che era in programma un nuovo incontro con la direzione, che però non ci sarà mai poiché il 55enne si è suicidato.

L’imbarazzo al funerale

Al momento del funerale Piera Meneghetti, delegata della Cgil e collega del 55enne suicida, stava leggendo una lettera che, come riportato dal Corriere della Sera, era stata scritta insieme ad altri colleghi rimasti scioccati dalla morte dell’uomo con il quale lavoravano gomito a gomito ogni giorno.

Alcune parole nella lettera che facevano riferimento ai soldi e al rispetto dei lavoratori non sono piaciute al prete, che ha bacchettato la donna: “Qui non siamo al sindacato, parli solo di lui, se vuole ricordarlo”. Uno stop forzato che non è stato gradito né dalla donna né dagli altri colleghi dell’uomo.