Pubblicato il 25 Novembre 2022
Adesso combatte per Romano, un italiano affetto da una grave malattia neurodegenerativa, una forma di Parkinson molto aggressiva che gli ha paralizzato completamente gli arti e che lo porterà a breve a una alimentazione forzata.
Romano, aiutato dalla moglie, ha chiesto aiuto all’Associazione Luca Coscioni per potere accedere al suicidio assistito. Oggi marito e moglie sono con Cappato, tesoriere dell’associazione, in Svizzera per dare seguito alla richiesta.
A spiegare le ragioni della scelte di Romano è la moglie in un video registrato ieri sera.
“Quando a inizio luglio Romano ha espresso in maniera molto responsabile e consapevole il desiderio di interrompere questa lunga sofferenza – dice la donna – ci siamo rivolti per informazioni all’Associazione Luca Coscioni e abbiamo chiesto aiuto anche a Marco Cappato. Tutto questo per evitare problemi legali visto che nel nostro Paese non esiste un quadro legislativo chiaro sulla scelta del fine vita che è un diritto fondamentale dell’uomo”.
Dopo un lungo viaggio “molto faticoso per Romano – spiega ancora la donna – siamo arrivati in Svizzera e stiamo aspettando la visita del dottore”.
Marco Cappato parla di “una nuova disobbedienza civile, dal momento che la persona accompagnata non è “tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”.
Cappato vuole “superare le attuali discriminazioni tra persone malate”.
Nel nostro Paese il suicidio assistito è possibile e legale quando la persona malata che ne fa richiesta è affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e queste condizioni siano state verificate dal sistema sanitario nazionale.