Pubblicato il 1 Giugno 2024
Sta suscitando grande scalpore e indignazione la vicenda della ragazza di 22 anni violentata in una stanza dell’ospedale di Vizzolo Predabissi da un magazziniere 28enne, poi suicidatasi dopo la violenza. L’accusato al momento respinge le accuse e sostiene che il rapporto sia stato consenziente, ma tutte le prove al momento sono contro di lui.
La Procura di Lodi sta comunque indagando a 360° e, al di là dell’agghiacciante violenza che sembra ormai acclarata, gli inquirenti si stanno ponendo un’altra domanda: com’è possibile che una ragazza fragile abbia potuto incontrare nel nosocomio un ragazzo problematico e che nessuno abbia controllato su quanto stesse accadendo?
La ricostruzione della vicenda
I tragici fatti si sono verificati lunedì, quando il 28enne che lavora come magazziniere è arrivato in ospedale in condizioni disastrose, ubriaco e forse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. L’uomo vive in maniera sregolata e dissoluta e anche il padre ha raccontato di non riuscire ad avere rapporti col figlio neanche al telefono.
Nei corridoi del pronto soccorso incontra la 22enne, con un passato difficile e proveniente da una famiglia problematica, dove litigi e scontri erano all’ordine del giorno. I due si parlano e lui, approfittando del suo stato di fragilità fisica, la convince a seguirlo in una stanza dove si sarebbe poi consumata la violenza che la ragazza ha confidato ai carabinieri di guardia.
Le indagini sul suicidio
Il procuratore Maurizio Romanelli avvia l’indagine e il martedì, giorno dopo il presunto stupro, la ragazza viene sottoposta alle visite ginecologiche e psicologiche alla Mangiagalli di Milano e a Vizzolo, dopodiché viene interrogata dai carabinieri e infine destinata ad un nuovo reparto di degenza, in attesa dell’intervento dei servizi sociali.
Nel corso della giornata la ragazza si interfaccia con tante persone, nessuna delle quali però percepisce segnali di pericoli. La ragazza infatti la sera resta sola e così decide di compiere il folle gesto: si suicida lanciandosi dal quarto piano del nosocomio.
L’arresto del magazziniere
Un finale tragico per una storia di per sé già drammatica e il gip decide di convalidare il fermo dell’uomo, sottoponendolo alla misura degli arresti domiciliari considerandolo un soggetto pericoloso, essendo abituato all’assunzione di alcol e droghe che gli fanno perdere i freni inibitori.
Nei suoi confronti al momento pende l’accusa di violenza sessuale, ma potrebbe essere accusato anche della morte della ragazza se dovesse essere confermato che il suicidio sia una diretta conseguenza dello stupro subito. Gli inquirenti stanno comunque ricostruendo il profilo psicologico della 22enne e stanno cercando di capire se ha avuto contatti con qualcuno prima del suicidio che, in qualche modo, possa aver inciso sul suo tragico suicidio.