Elezioni USA 2024, Trump a un passo dalla vittoria
Il 5 novembre 2024, attesissimo giorno per le elezioni USA più incerte di sempre, è
Il 5 novembre 2024, attesissimo giorno per le elezioni USA più incerte di sempre, è
Dopo due mesi e 7 milioni di voti popolari di differenza fra Biden e Trump,
Dopo aver toccato il fondo con il palazzo del Congresso preso d’assalto da rivoltosi ispirati
Nello stato delle pesche si sta giocando una cospicua parte delle potenzialità dell’amministrazione Biden-Harris. Nella
La più alta corte degli Stati Uniti si rifiuta di raccogliere il caso sottoposto dallo Stato del Texas nel tentativo di ribaltare il risultato delle elezioni presidenziali. A livello giudiziario, questo sembra un no definitivo.
I giorni passano ma Donald Trump sembra non voler accettare la matematica. Insiste nel parlare dei voti che ha ricevuto, definendoli legali, ma ignora quelli del suo avversario.
Ieri il presidente in carica è tornato a parlare alla nazione, accusando le grandi aziende farmaceutiche di aver giocato contro di lui durante la campagna elettorale per vendicarsi del suo ordine esecutivo sul prezzo dei medicinali.
Dopo otto giorni passati senza parlare in pubblico, nella serata di Trump si è presentato al Giardino delle Rose per una conferenza stampa. Durante il suo intervento c’è stato un attimo in cui gli è quasi scappato di dire che la prossima amministrazione potrebbe anche non essere la sua. Nel frattempo però l’attuale presidente continua a chiedere soldi a sostegno delle sue cause legali, senza avvertire che quei denari potrebbero finire per saldare i suo debiti elettorali o finanziare altre ambizioni.
“Questo è il momento di guarire in America”. In queste parole di Joe Biden si può riassumere l’intero discorso di accettazione pronunciato questa notte al Chase Center di Wilmington. Il nuovo presidente è cosciente di quanto sia difficile andare avanti se non si inizia a guarire le ferite del paese, se non si cerca di ricomporre le fratture e tornare a lavorare tutti assieme.
Dopo tanta attesa a nervi tirati e fiato trattenuto l’America conosce il nome del suo 46° presidente, Joe Biden. In pochi minuti dalla messa in onda delle proiezioni dei media (CNN, NBC ed Assiociated Press) la gente è uscita a festeggiare, nelle strade del paese.
Questa notte Joe Biden è tornato a parlare alla nazione ma senza annunciare una vittoria. Con le sue parole ha voluto informare i cittadini che lui e Kamala Harris sono già al lavoro e che non c’è tempo da perdere in conflitti fra parti ma è necessario ritrovare l’unità nel paese.
Dopo il sorpasso di questa mattina nello stato della Georgia il candidato democratico alla presidenza passa in testa anche il Pennsylvania, come da previsione.
Altro fine giornata agitato negli Stati Uniti. Joe Biden riesce a recuperare quasi tutto lo svantaggio che aveva in Georgia e al contempo si avvicina di buon passo a Trump in Pennsylvania. E mentre il democratico si ripresenta alla nazione invitando tutti alla pazienza, il presidente in carica soffre l’impatto con i dati degli uffici elettorali e minaccia cause legali in più stati.
Un’altra notte passata a contare schede elettorali arrivate via posta, fra le speranze dei democratici e le accuse del presidente in carica che sta cercando di capire come muoversi con le richieste di riconteggio e le azioni legali. Intanto sui social impazzano i meme e le battute di spirito, per sdrammatizzare.
Non solo lotta con il coltello fra i denti fra repubblicani e democratici, non solo divisione e tensioni nel paese, non solo Covid-19. Nella campagna elettorale si segnala anche il record assoluto di soldi spesi per spingere le candidature. Ma come si finanzia la politica targata USA?
È già il 4 novembre e gli Stati Uniti d’America non sanno ancora chi sarà il loro presidente per i prossimi quattro anni. Trump ha retto e ora è in vantaggio ma molte schede sono ancora da validare e contare. Biden si dice ancora ottimista.
Durante questa campagna elettorale americana abbiamo assistito a diversi colpi di scena, scoop giornalistici messi a segno da importanti testate che in qualche caso hanno influenzato l’opinione pubblica. Ma nel quadro delle elezioni americane anche la stampa locale ha avuto un suo peso, agendo in modo coordinato e capillare.
Negli Stati Uniti accade che ogni 10 anni si debbano contare coloro che vivono sul territorio americano, una pratica a cui non tutti gradiscono partecipare ma è importante per molte ragioni. Il 2020, oltre alle turbolente elezioni presidenziali e l’epidemia di Covid, ha portato anche il censimento, uno dei più travagliati di sempre.
Nella settimana appena conclusa abbiamo sentito una giornalista della NBC, Savannah Guthrie, dire a Trump “Sei il presidente. Non sei, tipo, lo zio pazzo di qualcuno che può semplicemente ritwittare qualsiasi cosa.” Ma lo zio Donald non è solo in questa alacre attività di diffusione di teorie, ipotesi e non-notizie, ad aiutarlo sembra ci sia anche lo zio Rudy, il suo avvocato nonché ex sindaco di New York.
Continua il processo di valutazione della candidata alla Corte Suprema nominata da Donald Trump. Nella seconda e terza giornata si è svolta la fase “Q&A” (domanda e risposta), dove i senatori chiedevano e l’interrogata rispondeva, più o meno.
Nella prima audizione al Senato degli Stati Uniti per valutare la candidata alla Corte Suprema, Amy Coney Barrett, i repubblicani e i democratici disvelano le loro strategie. Forse i giochi sono già fatti e i Rep hanno i numeri per confermare la nomina decisa da Trump, ma le tre giornate previste in Senato avranno una tale copertura mediatica da risultare un ottimo spazio di propaganda elettorale.
La comunità scientifica per sua natura è composta da persone che pensano molto ma di solito questa loro attività cerebrale si concentra sui progetti di ricerca, sull’analisi dei dati, sul reperimento dei fondi necessari a far partire una nuova iniziativa, o costruire nuove strutture dove condurre esperimenti, ma nell’epoca Trump gli scienziati si son trovati, loro malgrado, a dover dare anche dei giudizi sulla politica.
In uscita oggi negli USA un nuovo volume che parla di Donald Trump. Si intitola “Disloyal: A Memoir. The True Story of the Former Personal Attorney to President Donald J. Trump.” A scriverlo è il suo ex avvocato, Michael Cohen, che definisce il suo ex cliente come “capo della criminalità organizzata” e “maestro di manipolazione”. Il commento della Casa Bianca è netto: “fan fiction.”
Le elezioni presidenziali 2020 si presentano diverse da tutte quelle che le hanno precedute e pongono gli amministratori davanti a nuove sfide. Molte persone credono sia rischioso per la salute l’andare a votare in persona con il SARS-CoV-2 che gira indisturbato, così il numero delle richiede per il voto via posta diventa stellare.
La protesta di Black Lives Matter torna a montare in a Los Angeles dopo l’uccisione di un giovane da parte della polizia, mentre il presidente Donald Trump vola a Kenosha prendendo le parti delle forze dell’ordine e definendo le azioni dei manifestanti “terrorismo interno”.
Son passati tre giorni dalla conclusione della convention del partito repubblicano e una settimana dalla chiusura di quella dei democratici, dunque è tempo di tirare le somme. Cosa abbiamo capito dei pretendenti allo Studio Ovale? Quale strategia hanno? A chi si rivolgono e a chi altro vorrebbero parlare? Scopriamolo.
Ultimo atto della Republican National Convention, dove il tema ‘Terra di grandezza’ ha trovato una dimensione spaziale e plastica nelle linee palladiane della Casa Bianca. Dopo l’ultima teoria di testimonianze dal mondo repubblicano, fra cui quella del leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell e dell’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, si è arrivati all’atteso discorso di accettazione di Donald Trump, introdotto dalle parole della figlia prediletta, Ivanka Trump.
Alla terza sera della Republican National Convention continua la narrazione secondo cui Joe Biden finirà per essere ostaggio dell’ala più radicale del partito democratico. Secondo Mike Pence, in diretta da Fort McHenry a Baltimora, il candidato Dem applicherebbe tagli nei finanziamenti alla polizia, aprirebbe le porte agli interessi cinesi e favorirebbe pratiche poco, o per nulla, accettabili dall’elettorato conservatore di fede cristiana. Il fact-cheking dei media però, di tanto in tanto, rivela una storia diversa.
La narrazione dell’America di Trump continua nella seconda serata della Republican National Convention 2020, dedicata al tema delle opportunità offerte dal grande Paese, anche per chi arriva da fuori.
Il ticket degli sfidanti, Joe Biden e Kamala Harris, cavalca l’incapacità di Trump di gestire la pandemia. Sharon Stone ha lanciato un appello video diventato virale. In Parlamento si combatte per il voto “anti contagio” (per corrispondenza). E intanto il Covid è diventato la terza causa di morte negli Usa