A partire da lunedì 14 ottobre sarà aperta la caccia ai cervidi in Abruzzo: questa è la delibera regionale contro la quale avevano presentato ricorso le associazioni animaliste, che è stato respinto dal Tar de L’Aquila. Il testo autorizza l’abbattimento di 469 esemplari in due diverse zone della provincia de L’Aquila per contenere la popolazione dei cervi. Una delibera che è stata accolta con soddisfazione dalla giunta regionale, ma che ha provocato grande sconforto tra le associazioni ambientaliste come WWF Italia, Lav e Lndc Animal Protection.
Martedì 9 ottobre i giudici del Tar hanno respinto il ricorso appellandosi alla legge 157 del 1992, secondo la quale il cervo rientra tra le specie cacciabili, ricordando che la delibera regionale è finalizzata ad attuare la pianificazione all’interno del Piano faunistico venatorio regionale.
Le associazioni animaliste hanno anche contestato i dati forniti a sostegno della delibera, tanto sui danni alle colture che sugli incidenti provocati dai cervi. Secondo il Tar la raccolta di informazioni sulle problematiche causate dai cervi è stata molto più meticolosa e ha portato ad una rappresentazione realistica dell’effettiva distribuzione del cervo sul territorio.
Il Tar ha poi evidenziato che i numeri sui cervi sono addirittura sottostimati, quindi la densità della popolazione dei cervi sarebbe superiore al valore soglia indicato dall’Ispra. Inoltre il calendario venatorio prevede l’abbattimento delle femmine e dei cuccioli di cervo solo da gennaio, quando gli esemplari più giovani hanno un’età tale da essere indipendenti dalla madre.
La decisione del Tar ha soddisfatto Emanuele Imprudente, vice presidente della Regione Abruzzo, che ha osservato come l’ordinanza certifica la correttezza della delibera regionale della Regione. Esprime soddisfazione anche il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio che, pur riconoscendo l’importanza della tutela delle specie protette, ha ribadito la necessità di un giusto equilibrio sul territorio. La sua posizione è chiara, ma le opposizioni insieme a Forza Italia sono unite contro il no per questa delibera.
Delibera che ha fortemente scontentato le associazioni animaliste, che esprimono profondo “rammarico” per la decisione del Tar e che hanno accusato la Regione di voler soddisfare le richieste dei cacciatori che desiderano svolgere quella considerata a livello nazionale un’attività ludico-sportiva, ma che rischia di trasformarsi in un massacro dei cervi in Abruzzo. Le associazioni hanno fatto sapere che stanno valutando anche il ricorso al Consiglio di Stato: “Non possiamo tollerare che gli animali possano essere consegnati al piombo dei cacciatori”.
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