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Taranto, follia in una scuola: preside immobilizzato e picchiato dal padre di una bambina

Pubblicato il 2 Febbraio 2024

Dal 15enne accoltellato da un coetaneo in Sardegna al professore aggredito dal padre di un alunno, “reo” di averlo rimproverato: si moltiplicano i casi di bullismo e aggressioni all’interno delle scuole italiane, diventate per docenti e presidi veri bunker. L’ultimo caso si è verificato in una scuola a Taranto, all’istituto Europa-Dante Alighieri, dove il presidente Marco Cesario è stato vittima di una barbara aggressione del padre di una bimba che non riusciva a cambiarsi da sola la biancheria.

L’aggressione

Cesario, come riportato dal Corriere della Sera, ha spiegato quanto accaduto: “Una docente aveva chiamato, secondo il regolamento, la mamma di questa bimba di tre anni per cambiarle la biancheria. La signora s’è presentata già in preda al nervosismo perché stufa di essere chiamata ripetutamente per questa incombenza”. La donna, irritata, ha chiamato il marito che si è presentato a scuola irrompendo nell’ufficio della presidenza per poi aggredire il dirigente scolastico.

Secondo le testimonianze Cesario sarebbe stato prima immobilizzato a un polso, poi scaraventato a terra e infine colpito con calci e pugni. “Sono tanto amareggiato per quanto accaduto – ha commentato il preside – . La scuola è l’anello debole in uno Stato altrettanto debole e destinato al fallimento se le cose non cambiano”. Cesario è stato costretto a fare ricorso alle cure mediche del pronto soccorso per farsi medicare al volto e alla mano. L’aggressione è scaturita dopo che un professore aveva chiamato la madre di una bimba di 3 anni per il cambio della biancheria.

I docenti dell’istituto in una nota hanno espresso la massima solidarietà e vicinanza al presidente e hanno denunciato lo stato di abbandono in cui versano le scuole italiane: “Ci sentiamo abbandonati – hanno detto – sminuiti nel nostro ruolo e soprattutto indifesi. Chiediamo che le istituzioni, a tutti i livelli, aprano una seria riflessione atta a ripristinare la centralità della funzione sociale della scuola”.