Lei a Taranto, i figli in Ucraina: il dramma di una madre lontana 2300 chilometri

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Vive a Taranto da oltre vent’anni, ma i suoi due figli in questo momento sono in Ucraina

«Piango e urlo da stamattina. Sono disperata». Giovanna (non è questo il suo nome, la chiamiamo così per tutelare la sua riservatezza, ndr) ripete queste parole quasi meccanicamente. Lei è ucraina e il risveglio giovedì mattina è stato dolorosissimo. Vive a Taranto da oltre vent’anni, ma i suoi due figli in questo momento sono in Ucraina, ad Halyč, cittadina della regione Ivano-Frankivs’k, a meno di cinquecento chilometri da Kiev. A tenere in collegamento madre e figli è il web. «Li ho sentiti stamattina (ieri per chi legge, ndr), sono chiusi in casa, hanno paura, sono terrorizzati».

L’eco dei bombardamenti è arrivato anche lì, lungo le sponde del fiume Dnestr, sul Halyč si affaccia. «Hanno bombardato l’aeroporto e alcune stazioni di rifornimento di carburante», racconta Giovanna tra le lacrime. L’aeroporto è quello della capitale di regione, stesso nome Ivano-Frankivs’k. Giovanna racconta che i suoi figli vivono insieme, nella stessa casa. «Mio figlio ha tre bambini. Secondo la legge ucraina con tre figli non puoi andare in guerra, ma ora non so cosa accadrà. Sono disperata».

La sua testimonianza si fa convulsa, tra lacrime e frammenti di conversazione avuti con i figli. «Mi hanno detto che tutto il territorio è presidiato dalle forze armate, c’è lo stato di emergenza in tutto il Paese». Giovanna si chiede come si sia potuti arrivare a questa degenerazione: «Siamo nati tutti insieme, eravamo un unico popolo, poi dal 1991 c’è stata la separazione».

Gli effetti collaterali del crollo dell’Unione Sovietica. «Questo conflitto non è nato oggi, dura da otto anni, da quando Putin ha voluto la Crimea e il Donbass. Questo conflitto ha già fatto tredicimila morti tra i soldati. Ci sono mamme che piangono i loro figli. Questa è una tragedia che non sappiamo dove ci porterà» Giovanna continua a piangere: a Taranto è sola, non ha nessuno e il suo pensiero è sempre lì, in quella casa dove vivono i suoi due figli e i nipoti, a oltre duemilatrecento chilometri da Taranto. Quasi ventiquattro ore di viaggio in auto. Una meta che oggi sembra irraggiungibile.

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Tullio Luccarelli

Cultura deriva dal verbo latino colere, "coltivare". Sono uno studente di filologia moderna presso l'Università degli studi di Bari Aldo Moro. Scrivere è la mia passione, raccontare è il mio dovere.

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