Una triste storia che poteva finire decisamente peggio quella che riguarda una sedicenne ospite di una casa famiglia. La giovane ha tentato il suicidio ingoiando una considerevole quantità di tranquillanti. “Mia figlia ha problemi psichici gravi e ha tentato il suicidio già altre volte – racconta la mamma – L’unica soluzione trovata è stata quella di sottrarla a noi e di metterla in una struttura convenzionata dove ci sono minori privi di una famiglia, lì ha accesso a pasticche, sappiamo che assume droghe e alcol; l’ultimo gesto è stato gravissimo e noi temiamo che ci sarà una prossima volta, se nessuno la controlla o le impedisce di accedere ai farmaci potrà finire malissimo”.
La giovane si trova ora ricoverata a Roma ma la famiglia vuole fare chiarezza sull’accaduto e presenterà un esposto contro la casa di accoglienza temporanea presso cui la 16enne risiedeva su disposizione dei servizi sociali del suo Comune di residenza, sui monti Lepini.
Quasi diciassette ancora da compiere, ha iniziato un percorso di riconoscimento della sua identità sessuale. Un cammino faticoso, irto di insidie, portato a termine sotto la supervisione della sezione apposita dell’ospedale San Camillo di Roma. Nonostante questo i problemi psichici della ragazza non si sono attenuati, tanto i servizi sociali l’avevano tolta alla famiglia.
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