Pubblicato il 10 Luglio 2024
Il trapper Shiva è stato condannato a 6 anni e mezzo di reclusione per aver esploso colpi d’arma da fuoco fuori al suo studio di registrazione contro due rivali del gruppo del rapper Rondo Da Sosa. Questa è la decisione dei giudici dell’ottava sezione penale del Tribunale di Milano dopo il processo con rito abbreviato.
La condanna di Shiva
A Shiva, che attualmente si trova ai domiciliari, è stata riconosciuta l’attenuante del risarcimento del danno alle presunte vittime, mentre non sono state accettate le attenuanti della provocazione e quelle generiche.
I difensori del cantante che avevano chiesto l’assoluzione, Daniele Barelli e Marco Campora, pur rispettando la sentenza hanno annunciato che faranno ricorso. Secondo loro il trapper si sarebbe solo difeso dall’aggressione brutale di due lottatori di MMA, aggiungendo che i colpi erano stati sparati verso il basso e quindi esplosi non per uccidere. Per questo motivo, secondo loro, non ci sono gli estremi per le accuse di tentato omicidio, alle quali si sono affiancate quelle di porto abusivo d’arma da fuoco e ricettazione della pistola, mai ritrovata.
I legali hanno detto che Shiva, che è diventato padre quando era in carcere, oggi è profondamente cambiato e ha accettato con serenità la sentenza, pur essendo consapevole della sua innocenza. “Ha la sua vita, il suo lavoro e i suoi fan che gli stanno vicino. È contento che l’opinione pubblica abbia capito” – hanno detto i suoi legali.
Il pm Daniela Bartolucci, che ha coordinato le indagini, aveva chiesto 7 anni per Shiva, arrestato lo scorso ottobre e attualmente agli arresti domiciliari dopo la scarcerazione nel mese di febbraio. Gli avvocati hanno fatto sapere che presenteranno un’istanza di revoca della misura cautelare.
Tra l’altro il trapper è indagato dalla procura di Ascoli Piceno per un’altra questione poco piacevole, e cioè per la rissa che avrebbe provocato con altri 5 giovani a San Benedetto del Tronto la notte del 30 agosto scorso. Condannato ai domiciliari, il giudice gli Ascoli gli concesse la misura cautelare dell’obbligo di dimora.