Terremoti, ‘codice ricostruzione’, Pd a una voce: “I cittadini non sono cavie, non si può ogni volta sperimentare un approccio diverso”

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Una cassetta degli attrezzi, prontamente utilizzabile. Per controbattere all’emergenza non bisogna seguire tanti sentieri diversi, ma trovare un’autostrada: agire in un’ottica sistematica.

“Il ‘codice ricostruzione’ ha il fondamentale obiettivo di semplificare il quadro giuridico e di costruire una cornice che possa adattarsi alla ricostruzione post terremoto, superando le attuali normative complesse e stratificate via via negli anni”. Così la presidente del Gruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, ha presentato la proposta di legge a prima firma Pezzopane, con delega al Governo, per un testo unico sulle procedure di ricostruzione dopo un evento sismico.

Erano presenti all’evento anche Roberto Morassut, vicepresidente del Gruppo Pd con delega al Territorio, ambiente e lavori pubblici; Chiara Braga, deputata dem e responsabile Pd per Transizione ecologica, sostenibilità e infrastrutture; Alessia Rotta, presidente della commissione Ambiente della Camera; e naturalmente Stefania Pezzopane, responsabile Pd per le Aree terremotate e la ricostruzione è protagonista della costruzione del testo normativo. 
Proponiamo una rivoluzione complessiva, un cambio di metodo, un quadro organico in cui muoversi. Mettiamo a disposizione del Paese – ha spiegato Stefania Pezzopane, prima firmataria della Pdl – un testo che dà certezza di diritto, opportunità e rapidità di intervento per la ricostruzione e pone fine all’attuale caos normativo post terremoti.

La mia esperienza in Abruzzo con i terremoti del 2009 e del 2016/17 mi ha indotto a questa proposta, decisiva e non più rinviabile. I cittadini non sono cavie, non si può ogni volta sperimentare un approccio diverso. La nostra Pdl delega al governo, aperta al contributo di tutti i gruppi parlamentari, nasce per dare più certezze agli enti locali e più diritti ai cittadini, per migliorare la governance, saldando la ricostruzione pubblica e privata allo sviluppo economico dei territori.

Ogni terremoto, anche quelli più recenti nel 2009, nel 2012 e nel 2016, e nel 2018 sono stati gestiti in maniera difforme. Con continue necessità di aggiustamenti. Questo crea disorientamento nei cittadini e rallentamento delle procedure. Il ‘codice della ricostruzione’ – ha concluso la deputata dem – dirime le controversie, coordinando poteri dei commissari, degli enti locali e partecipazione dei cittadini, delle associazioni e dei sindacati. Inoltre, regola la ricostruzione privata, applica le deroghe per quella pubblica e inserisce norme, come la zona franca e il vincolo del 4% delle risorse, per favorire lo sviluppo economico dei territori colpiti dal sisma che devono avviare subito la ripresa.

È stato un lavoro complesso, ho recuperato tutto il buono delle esperienze passate, eliminato gli inutili orpelli, razionalizzato gli strumenti e coordinato le varie fasi, distinguendo l’emergenza dalla ricostruzione. Individuato gli strumenti di partecipazione sia dei cittadini, sia delle parti sociali. Tutto quello che noi ci siamo conquistati con le unghie e con i denti, anche manifestando a Roma, deve essere predisposto in strumento organico in cui tutto proceda in parallelo e velocemente, rispettando il diritto alla ricostruzione di ogni comunità colpita.“ 

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Redazione LAquila

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