Tiziana Cantone senza pace: riappare sul web il video che ha provocato il suo suicidio

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La pubblicazione online di uno dei video privati di Tiziana Cantone riapre la ferita mai rimarginata per la madre e i parenti della ragazza napoletana suicida il 16 settembre 2016 e allo stesso tempo ripropone la questione di quanto sia complicato, se non impossibile, godere del diritto all’oblio quando c’è di mezzo il web.

Tiziana Cantone è la donna che si uccise a 33 anni impiccandosi nella tavernetta della casa di alcuni parenti, dove si era trasferita insieme alla madre, dopo aver visto naufragare la sua battaglia legale per ottenere la rimozione da Internet dei video privati.

Tiziana Cantone con la madre Teresa Giglio

Video che lei stessa aveva diffuso via WhatsApp ad alcune persone di cui si fidava, ma che poi, in virtù del contenuto intimo, erano circolati fino ad arrivare sulle pagine di una infinità di siti porno.

Tiziana intraprese una complessa battaglia legale per far sparire quelle immagini dalla Rete, ma l’esito fu per lei una ulteriore mazzata.

A fronte di una sentenza che fu favorevole rispetto ad alcuni piccoli operatori, fu chiamata a risarcire i colossi del web che aveva citato in giudizio. Pochi giorni dopo si uccise. 

Da allora molte cose sono cambiate. In Italia è stata approvata una legge specifica contro il revenge porn e la società specializzata alla quale si rivolse Teresa Giglio, la mamma di Tiziana, riuscì a individuare e far rimuovere i video della ragazza che circolavano in Rete.

La convinzione di chi operò in tal senso fu che non ci fosse più nulla in circolazione, e probabilmente per un periodo è stato anche così.

Ma già nel maggio scorso un video di Tiziana Cantone era di nuovo online, accompagnato addirittura da una presentazione in cui si faceva esplicito riferimento al fatto che la protagonista si fosse uccisa proprio a causa di questi video.

In breve è stato bloccato, sempre dai tecnici ingaggiati dai legali di Teresa Giglio, ma ora ne è comparso un altro. 

Sarà sicuramente rimosso anche questo con le stesse procedure adottate in passato (che in alcuni casi consentono anche di risalire al server utilizzato per caricare i video in Rete, se non anche all’utente che ha eseguito l’operazione), ma nulla fa escludere che domani o tra un mese o tra un anno possano comparirne altri.

Quando i video circolavano abbondantemente di sicuro in tanti li hanno scaricati e archiviati sul proprio pc, e questo significa che in qualunque momento quelle stesse persone possono ricaricare le immagini sul web.

Che per la sua stessa definizione di “world wide” è troppo vasto per poter potersi aspettare che tutti quelli che lo frequentano abbiano rispetto sia delle leggi che delle persone.

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Redazione Nazionale

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