Fortuna la delazione del sicario che avrebbe dovuto “spezzare le dita” a un medico torinese. Il criminale ha rivelato tutto alle forze dell’ordine prima di agire: assoldato dal padre della potenziale vittima con un ingaggio di 2500 euro, il killer avrebbe dovuto rompere le dita del chirurgo affinchè non potesse più operare. Colpa del medico quella di essere gay. Una vicenda che si è conclusa con la condanna del padre dell’uomo a due anni di carcere per lesioni aggravate.
Per lungo tempo il padre, 75 anni, ha insultato e molestato il figlio, 43, dopo che l’omosessualità di quest’ultimo era stata resa nota da un servizio su una rivista di settore, in cui si vedeva la relazione del medico con noto attore. A quel punto l’uomo, un libero professionista, perde la testa: insulta la moglie che difende il figlio, separandosi da lei dopo quarant’anni, e, soprattutto, , fa aggredire il figlio da una coppia di delinquenti. Pure recidivo.
Il figlio aspetta prima di denunciare (fra l’altro, cambia pure la sede dello studio medico per paura del padre). La vicenda termina con un finale inevitabile. Ha dichiarato il sindaco di Torino, Appendino: “Succede nel ventunesimo secolo. Fortunatamente l’uomo assoldato si è rifiutato di compiere un atto tanto crudele quanto insensato… Oggi potremmo essere qui a piangere l’ennesima vittima di omo-lesbo-bi-trans-fobia che, come dimostrano le cronache quotidiane, è assolutamente presente nel nostro Paese”.
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