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Torino, furto con l’ipnosi a un tabaccaio: bottino, 8mila euro

Torino, furto con l’ipnosi a un tabaccaio: bottino, 8 mila euro

Pubblicato il 12 Aprile 2023

La sentenza fa riferimento a “un innaturale comportamento di passività della persona offesa”

La rapina fu commessa il 26 novembre 2021 in corso Siracusa a Torino e, le rapinatrici usarono l’ipnosi per farsi consegnare i soldi dalla vittima, il titolare della tabaccheria La Nuvola.

Le modalità della rapina

Sono entrate in tre, tutte di etnia rom, due di loro avevano in braccio un neonato. Mentre due di loro hanno distratto una dipendente, la terza ha fissato il padrone del negozio negli occhi maneggiando un oggetto nero che aveva. Poi una di loro è passata dietro al bancone e ha prelevato l’incasso della giornata, circa 8 mila euro.

Due imputate sono state condannate con rito abbreviato a 6 anni e a 6 anni e mezzo. La giudice Anna Mascolo ha spiegato nelle motivazioni l’accaduto: “Non vi è ragione di dubitare delle dichiarazioni della vittima – chiarisce la sentenza – che aveva sostenuto di aver avuto un inspiegabile vuoto di memoria durato diverse decine di minuti. Proprio dopo che, come risulta dalle immagini della telecamera di videosorveglianza, la donna vestita di grigio gli si avvicinava compiendo movimenti con le braccia e con le mani. Evidentemente finalizzati a porlo in stato di incapacità e a consentirle di far accesso al bancone della tabaccheria e a impossessarsi della busta contenente l’incasso”.

Una suggestione ipnotica

Secondo la giudice, racconta l’edizione torinese di Repubblica, è stata una “suggestione ipnotica non tecnicamente qualificata” a raggirare il tabaccaio. La menomazione temporanea avrebbe lasciato la vittima in grado comunque di continuare a servire gli altri clienti. Spiega la giudice nelle motivazioni: “È ben possibile che l’imputata abbia portato a un parziale stordimento e a uno stato di obnubilamento unicamente rispetto alla persona che gliel’aveva indotto senza per questo annullare del tutto le sue capacità routinarie e abituali”. Dal video emerge infatti “un innaturale comportamento di passività della persona offesa”. Da escludere, invece, l’ipotesi che il tabaccaio fosse complice della donna.