Pubblicato il 8 Maggio 2024
Il giudice delle indagini preliminari della Procura di Genova, Paola Faggioni, sintetizza quel che avrebbe fatto Giovanni Toti con una definizione: “Svenduto”.
“Pur ottenere l’elezione o la rielezione” sarebbe stata “svenduta la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali”, si legge nell’ordinanza di 650 pagine che ha portato all’arresto del presidente della Regione Liguria.
Una vicenda che si abbatte con tutta la potenza degli effetti anche politici, oltre che di immagine, su Forza Italia e il centrodestra quando manca ormai poco alle Europee.
#Toti ai domiciliari per corruzione.
— Antonio M. Fasulo (@fasulo_antonio) May 7, 2024
L’orgoglio italiano. pic.twitter.com/bCDDzbCHyr
Il giudice si esprime basandosi sulle intercettazioni che rivelerebbero una “allarmante abitualità e sistematicità di un tale meccanismo perfettamente collaudato” che sarebbe iniziato nel 2020 in occasione delle elezioni regionali e che, secondo la ricostruzione, è proseguito fino a un anno fa.
Toti avrebbe raccolto oltre 74 mila euro per il suo Comitato richiedendo con “sorprendente disinvoltura denaro agli imprenditori” così come Aldo Spinelli, l’ex patron delle società di calcio del Genoa e del Livorno gli Spinelli ai domiciliari anch’egli, e Francesco Moncada, il consigliere di amministrazione di Esselunga, sottoposto a una misura interdittiva.
Agli imprenditori Toti avrebbe promesso “comportamenti o provvedimenti a lui favorevoli” o ricordato “di aver fatto la sua parte” e quindi di aspettarsi elargizioni e finanziamenti in vista della campagna elettorale di turno.
Nel settembre 2021, il presidente della Liguria in merito al rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse diceva ad Aldo Spinelli: “Il 29 va la tua roba…ricordati che io sto aspettando anche una mano ..eh? ” E l’altro con una battuta: “ma anche l’Enel”. E una volta deliberato il rinnovo trentennale della concessione, nel dicembre successivo, dal Gruppo, in due giorni, sono partiti 4 bonifici da 10 mila euro ciascuno, con la causale “erogazione liberale”. E questo perché il patron del colosso della logistica “i finanziamenti ai partiti (..) io li devo fare”, ma “è tutto regolare”, sebbene, spunta nelle 650 pagine, un tentativo, andato a vuoto, di “schermare” la provenienza del denaro destinato all’ex giornalista diventato elemento di spicco di FI.
Molte sono le intercettazioni per dimostrare come Giovanni Toti avrebbe messo a disposizione “la propria funzione, i propri poteri, il proprio ruolo” in cambio di finanziamenti chiesti pure con una terminologia, definita, allusiva (“quando mi fai vedere la barca… quando ti posso venire a trovare”) al punto da rendere necessaria la misura cautelare chiesta e ottenuta dai pm Luca Monteverde e Federico Manotti guidati dal procuratore Nicola Piacente.
Si va da quella in cui rivolgendosi sempre ad Aldo Spinelli , dice “ora ci vediamo a festeggiare, dai porta un po’ di caviale da Monaco, che la settimana prossima veniamo a mangiare una patata col caviale in barca”, a una in cui “risolto il problema a tuo figlio sul piano casa di Celle, ora facciamo la pratica, si può costruire”. Per poi aggiungere: “così parliamo un po’ che ora ci sono le elezioni, c’abbiamo bisogno di una mano”. E quella in cui si adopera per la “soluzione” che consenta di trasformare la spiaggia di Punta dell’Olmo da libera a privata.
Dai dialoghi intercettati dalla Guardia di Finanza, vengono a galla anche le “disponibilità ad appoggiare gli interessi di Esselunga” per consentire l’apertura di nuovi supermercati, in cambio del pagamento di pubblicità occulta.
E infine anche l’ombra della mafia, è l’ipotesi, per raccogliere voti in cambio di favori (Toti non risponde di questa accusa) con gli esponenti del clan Riesi che dicono di essere “tutti amici di Toti”.