Pubblicato il 4 Ottobre 2023
Di certo siamo nel campo delle ipotesi e, chiaramente, è troppo presto per azzardare o, peggio, saltare a conclusioni affrettate. Molto di più sui fatti, si potrà conoscere dalla scheda video che si trova sul mezzo e che i vigili del fuoco a mezzanotte stavano ancora cercando di estrarre.
Ma, il Corriere della Sera, riporta una versione dei fatti che avrebbe come tema centrale una ‘manovra impropria’, così come viene definita.
Le auto in coda sul cavalcavia e fra loro l’autobus che all’improvviso si muove. Fa un movimento strano, le telecamere piazzate sulla strada lo registrano mentre è sulla parte destra della carreggiata e si muove con “una manovra eccessiva”, sostiene chi ha visionato quel video. E alla fine precipita proprio sulla sua destra.
Secondo questa descrizione dei fatti il Corriere azzarda delle ipotesi: o un malore, oppure un colpo di sonno dell’autista Alberto Rizzotto.
Questa versione dei fatti, raccontata dal Corriere della Sera, avrebbe come ‘centrale’ una ‘manovra impropria’: è la stessa impressione descritta anche da un testimone che era alla guida di un’auto dietro il bus. Qualcosa di strano, insomma. Che non aveva senso fare in quel punto e con quel mezzo.
Tra le numerose informazioni – però tutte da verificare – ieri sera, si era diffuso un audio via WhatsApp nella zona di Venezia e Mestre dove si sentiva la voce di una donna dice di sapere chi è l’autista e dove lavorava. Poi dice che “qualche testimone ha visto l’autobus prendere fuoco nella rampa di salita del cavalcavia”, però il conducente “non poteva fermarsi perché era stretto fra altre macchine in coda”.
Sarebbe stato a quel punto che nel fare una manovra avrebbe perduto il controllo uscendo di strada e precipitando. Del mezzo già in fiamme prima della caduta, però, non ci sono riscontri fra le prime testimonianze raccolte dagli inquirenti.
Drammatica la testimonianza del comandante dei vigili del fuoco di Venezia, Mauro Luongo, che è arrivato sulla scena apocalittica dell’autobus in fiamme pochi minuti dopo lo schianto. Alle undici di ieri sera aveva detto: “Siamo qui in più di sessanta, credo che una scena così tragica, con così tanti morti in quelle condizioni, la maggior parte di noi non l’abbia mai vista, nemmeno i più anziani. Anche se ogni vita ha il suo peso, il numero conta. Ne abbiamo visti di corpi accartocciati fra le lamiere, nei nostri interventi, ma vederli tutti lì, ammassati in mezzo alle fiamme… C’erano anche una ragazza e una bambina che adesso sono qui, sotto il ponte, coperte dai teli”.