Tragedia del Titan, svelato un retroscena sul 19enne morto: “Con sé aveva il cubo di Rubik, voleva stabilire un record mondiale”

La vittima più giovane della tragedia del Titan è stato Suleman Dawood, figlio del magnate pakistano Shahzada Dawood possessore di un vero impero commerciale.

La zia del 19enne, Azmeh Dawood, ha raccontato che il nipote era letteralmente terrorizzato da quell’avventura, ma aveva deciso ugualmente di parteciparvi per compiacere il padre, convinto che quel viaggio li avrebbe uniti ancora di più, senza sapere invece che aveva acquistato un biglietto senza ritorno verso la morte.

La rivelazione della madre del 19enne morto nel Titan: “Voleva stabilire un record”

Stando al racconto fatto alla Bbc da Christine Dawood, la madre del giovane Suleman, c’era un altro motivo per il quale il figlio aveva deciso di intraprendere quel pericoloso viaggio e cioè stabilire il record di risoluzione del cubo di Rubik a 3.700 metri sotto il mare.

La madre ha rivelato infatti che il figlio, prima di partire, avrebbe contattato il Guinnes World Records per anticipare le sue intenzioni e il padre avrebbe portato una macchina fotografica per registrare il suo tentativo di risoluzione del cubo.

A quanto si racconta infatti Suleman era un grande fan del cubo di Rubik, che portava con sé ovunque andasse e che riusciva a risolvere in appena 12 secondi.

Christine ha inoltre dichiarato che lei e sua figlia, in onore di Suleman, cercheranno di imparare a risolvere il cubo di Rubik. Al momento però il Guinnes World Records non ha confermato la versione della donna, che non ha voluto rilasciare ulteriori dichiarazioni.

Infuriano invece le polemiche sulla poca sicurezza del Titan, che si guidava addirittura con un joystick da 45 euro e che era stato realizzato con materiali in sconto e riciclati. Anche James Cameron, regista del film “Titanic”, ha aspramente criticato la poco sicurezza del sommergibile accusando la OceanGate di non avere imparato nulla dalla “lezione” della stessa tragedia del Titanic.