Pubblicato il 9 Settembre 2022
Una tragica storia giunge da Tagliuno, frazione di Castelli Calepio in provincia di Bergamo, dove la 25enne Giorgia Manenti è morta mentre era al lavoro in condizioni drammatiche.
Il dramma si è consumato l’8 settembre presso l’azienda di famiglia che si occupa di creazione e produzione di packaging per make-up.
La tragica morte di Giorgia: prima il malore e poi l’annegamento nella vasca
Secondo le prime ricostruzioni Giorgia all’ora di pranzo, verso le 13:30, si trovava a bordo di una vasca galvanica nella l’azienda Mega srl, dove lavorava come assemblatrice.
Durante la pausa pranzo Giorgia, mentre era al telefono con un’amica, stava sversando del liquido nella vasca usata per sciacquare alcune componenti per la produzione e proprio in quel momento ha avuto un malore.
La ragazza è caduta col volto nella vasca dove c’erano 30 centimetri di acqua e poltiglia, un’inezia che però è risultata fatale per la povera Giorgia.
Il drammatico ritrovamento del corpo da parte del padre
La vasca si trovava nel retro del capannone, condizione che ha ritardato l’allarme e di conseguenza i soccorsi. Quando però l’assenza della ragazza è stata piuttosto prolungata nell’azienda ha iniziato a serpeggiare un po’ di preoccupazione ed è stato proprio Omar, il padre, a ritrovare la figlia Giorgia riversa con la testa nella vasca.
Inutile l’arrivo dell’ambulanza, i medici hanno solo potuto constatare la morte della giovane ragazza, il cui corpo è stato subito restituito alla famiglia dal momento che le dinamiche erano piuttosto chiare.
Sul posto è sopraggiunta poco dopo anche l’amica di Giorgia, l’ultima che l’ha sentita prima che morisse e che ha assistito dall’altra parte della cornetta agli ultimi istanti di vita della giovane ragazza.
Come spiega il nonno a Il Corriere della sera, la ragazza in passato aveva sofferto di crisi epilettiche ma, grazie ad uno specialista di Brescia che la seguiva da un paio d’anni, le cose erano migliorate e addirittura aveva iniziato anche le pratiche per ottenere la patente di guida, cosa che prima le era preclusa per la sua malattia.