Trapani, direttore di banca prelevava soldi dal conto di un disabile: spariti quasi 400mila euro

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Militari del Comando Provinciale di Trapani hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti di
un 62enne Trapanese R.G.F.,
direttore di una filiale di un importante Istituto di credito con agenzia sull’Isola di
Favignana dal 2001 al 2022.
Il provvedimento, richiesto dalla Procura della Repubblica di Trapani ed emesso dal GIP del Tribunale di Trapani,
consegue ad indagini espletate dai Finanzieri della Tenenza di Favignana e del Gruppo di Trapani, a seguito
dell’inoltro da parte del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di alcune segnalazioni per operazioni sospette con
le quali erano state segnalate numerose movimentazioni “ingiustificate” dai conti correnti di una persona affetta
da cecità totale.

In particolare, veniva comunicato che, tra il 2017 e il 2021, erano stati prelevati in contanti, dai conti correnti di
una persona con disabilità, oltre 400 mila euro (con una media di 100 mila euro annui e 10 mila euro al mese),
prelievi in gran parte effettuati dal predetto R.G.F., nella sua mansione di direttore e gestore di investimenti della
clientela privata, il quale si sarebbe appropriato indebitamente delle ingenti somme di denaro sopra evidenziate,
in possesso della disabile, ex dipendente comunale ora in pensione.

I prelievi del direttore di banca

Il modus operandi rilevato nel corso delle complesse indagini ha evidenziato chiaramente come l’indagato avesse
scelto la sua “preda” tra i clienti più facoltosi presenti sull’Isola ma anche tra quelli anziani ed in precario stato di
salute, possibilmente soli o con congiunti lontani di cui era riuscito a guadagnarsi la totale fiducia.
Nel suo proposito criminoso, il direttore di banca era stato molto abile nel creare con la ex impiegata del Comune
di Favignana un rapporto esclusivo e personale, arrivando in taluni casi anche a risolvergli problemi di carattere
quotidiano, il tutto ovviamente finalizzato ad ottenere la completa gestione del cospicuo patrimonio finanziario
in possesso della vittima.
In tal modo ha potuto arbitrariamente simulare la sottoscrizione di polizze di investimento, impadronirsi di
somme relative a disinvestimenti non disposti dalla titolare, effettuare bonifici e prelevamenti diretti sui suoi
conti correnti e a sua insaputa.
Per raggiungere tali scopi ha più volte creato anche documenti bancari e deleghe ad operare con sottoscrizioni
false ed acceso rapporti bancari sconosciuti alla vittima, al fine di meglio effettuare le anzidette operazioni. In
molte occasioni, inoltre, per effettuare i prelievi illeciti avrebbe utilizzato indebitamente le credenziali di altri
colleghi di banca.

I reati

I reati contestati sono quelli di furto aggravato (artt. 624 e 625 c.p.) e di autoriciclaggio delle medesime somme
di provenienza delittuosa (art. 648 ter.1 c.p.).
L’Autorità Giudiziaria inquirente, in ordine ai reati contestati, ha disposto nei confronti dell’ex direttore di
banca, il sequestro preventivo, in funzione della successiva confisca, sino all’importo di 350 mila (pari alla
somma complessiva sottratta alla disabile nel corso degli anni) dei suoi conti correnti; nonché, per un importo di
40 mila euro circa, di un immobile ubicato a Trapani acquistato, in parte, con le somme di denaro illecitamente
prelevate dai conti della vittima.

Le indagini in corso

Le indagini sono tuttora in corso con riguardo all’approfondimento della posizione di vari soggetti sui conti
correnti dei quali sono transitate le somme prelevate alla vittima nonché sulla ricostruzione dei flussi finanziari
impiegati dall’indagato per l’acquisto dell’immobile sequestrato.
La Direzione dell’Istituto di Credito coinvolto nell’indagine, dopo che aveva avviato immediatamente la
procedura di sospensione del direttore indagato, aveva risolto negli scorsi mesi il rapporto di lavoro.
Una circolazione così elevata di denaro contante, non solo potrebbe costituire una violazione delle norme
antiriciclaggio, ma potrebbe anche alimentare fenomeni illegali connessi ad attività usurarie.
Le somme trafugate dal conto corrente della truffata, infatti, potrebbero essere state trasferite a terzi ed impiegate
in attività illecite.

L’impegno della Guardia di Finanza

L’impegno della Guardia di Finanza nel monitoraggio dei flussi finanziari, che ha conosciuto una forte
implementazione negli ultimi dieci anni, è volto non solo ad individuare i capitali di origine illecita, prevenendo
e contrastando forme di riciclaggio in grado di inquinare l’economia legale ma anche a tutelare il trasparente
investimento dei cittadini onesti per prevenire diffuse forme di truffa, perpetrate, molto spesso, sfruttando lo
stato di bisogno di soggetti in difficoltà economiche. Foto di repertorio

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Redazione Catania

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