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Il trapper Shiva diventa papà in carcere e scrive al figlio: “Ho imparato la lezione, ma…”

Pubblicato il 27 Novembre 2023

Alla fine di ottobre fu arrestato Shiva, alias Andrea Arrigoni, accusato di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose. Il trapper è ancora detenuto nel carcere di San Vittore e da poco ha saputo di essere diventato papà per la prima volta a 24 anni. Una notizia che l’ha riempito di gioia, ma che allo stesso tempo lo ha rattristato poiché non ha potuto assistere alla nascita del suo primogenito.

La lettera di Shiva

Il trapper ha deciso di scrivere una lettera al figlio appena nato su un foglio bianco in stampatello, datata 25 novembre: “Oggi è il giorno più bello della mia vita ma allo stesso momento il più triste. È nato mio figlio ma non mi è stato permesso di essere presente al momento della sua nascita. Fino all’ultimo ho sperato di esserci ma le cose non sono andate come previsto. Ho scoperto della tua nascita dai fuochi d’artificio che hanno fatto per te sapendo così che oggi 25 novembre 2023 è diventato il giorno più importante della mia vita e in mezzo a tutto questo caos tu sei la mia benedizione”.

Lo stesso Shiva, un po’ di tempo fa, aveva preannunciato la nascita del figlio pubblicando sui social alcune foto dell’ecografia del bambino con la scritta “New Prince of Milano”, con tanto di emoticon di una corona. Così ha poi concluso il trapper nella lettera pubblicata dal suo staff: “Già ti amo alla follia e non vedo l’ora di vederti, non appena avrò il permesso. Questa è la peggior condanna e la peggior lezione che potessi ricevere. Non mi perdonerò mai di questa assenza ma sarà un motivo in più per rimediare con tutto l’amore che ho”.

La sparatoria

Shiva è finito in prigione dopo la sparatoria risalente all’11 luglio in via Cusago a Milano, sotto la sede della sua casa discografica. Il trapper, secondo quanto ricostruito dalle indagini, esplose alcuni colpi di pistola alle gambe contro i due lottatori MMA Alessandro Maria Rossi e Walter Pugliesi, che sui social se l’è presa con chi lo attaccava.

Gli avvocati di Shiva hanno sostenuto che il loro assistito non ha sparato per uccidere ma solo per difendersi, tant’è che secondo loro i due lottatori lo hanno attaccato per prima rompendogli una mandibola.

I legali hanno inoltre chiesto la scarcerazione di Shiva, o quanto meno gli arresti domiciliari, ma il Tribunale del Riesame di Milano ha respinto la richiesta della difesa.