Dalle città

Travolge il figlio col trattore, la comunità si stringe attorno al padre che non si dà pace

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Una tragedia inaccettabile si è consumata a Monte San Pietro, a Bologna, dove un uomo mentre faceva manovra col trattore ha involontariamente investito il figlio di 12 anni che purtroppo è deceduto. Un dolore insopportabile per il padre, attorno al quale si è stretta tutta la comunità per aiutarlo a superare questa tragedia davvero difficile da accettare e da elaborare.

Le parole del sindaco

Tra le prime persone a stringersi intorno all’uomo c’è il sindaco della cittadina bolognese, Monica Cinti, che ha espresso la sua empatia e la sua solidarietà per una tragedia che coinvolge tutta la comunità. Il sindaco ha detto che avere rispetto del dolore della famiglia e proteggerla dalla curiosità eccessiva e morbosa sono le uniche cose che possono fare come comunità.

“Sapremo, ognuno a suo modo, ognuno per il suo ruolo, far arrivare loro vicinanza, affetto, con garbo, con rispetto” – ha osservato il sindaco. Monica Cinti ha invitato tutti i cittadini di Monte San Pietro a stare vicino a quella famiglia, poiché “potrebbe essere la nostra, potremmo essere noi”.

Il dolore inconsolabile del padre

“Ristrutturare quella casa è stata la nostra condanna, la fine della nostra famiglia” – queste le tragiche parole dette dal padre del ragazzino 12enne morto sotto il trattore e riportate da Il Resto del Carlino. L’uomo aveva acquistato quel terreno per ristruttura un vecchio casolare e costruire lì la nuova casa per la sua famiglia.

“L’ho ammazzato, l’ho ammazzato io” – ha continuato ha ripetere meccanicamente il padre, che non si dà pace per la morte del figlio di cui è stato, involontariamente, la causa. L’uomo però non è solo e attorno a lui e al dolore inconsolabile della famiglia si è stretta tutta la comunità in un lungo e accorato post su Facebook.

“La nostra comunità di Calderino di Monte San Pietro piange la perdita di un ragazzo di dodici anni per una retromarcia maledetta del trattore guidato dal padre. Alla guida c’eravamo tutti noi, Alla guida c’era la nostra esistenza con i nostri pensieri e ansie. Alla guida noi, con le nostre presunzioni, le nostre gioie e le nostre false sicurezze” – così recita lo straziante post che purtroppo non può restituire la vita al 12enne, ma che prova a dare un minimo di sostegno ad un uomo che si trova immensamente solo nel suo straziante dolore.

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Redazione Nazionale

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