Pubblicato il 15 Aprile 2021
Lo stop al falso Chianti è importante in una situazione in cui sul mercato globale le imitazioni dei prodotti agroalimentari Made in Italy hanno superato il valore di 100 miliardi nell’anno del Covid. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la decisione delTribunale dell’Ue di vietare l’utilizzo del simbolo del Gallo per vini diversi dal Chianti. Viene così sventato – sottolinea la Coldiretti – l’ennesimo tentativo di appropriarsi indebitamente di marchi storici nazionali, il cui prestigio è stato costruito dal lavoro di intere generazioni. La pretesa di utilizzare gli stessi simboli per prodotti profondamente diversi è – sottolinea la Coldiretti – inaccettabile e rappresenta un inganno per i consumatori ed una concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori. Nel mondo si stima – continua la Coldiretti – che più due prodotti agroalimentari Made in Italy su tre siano falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese. A taroccare il cibo italiano – evidenzia la Coldiretti – sono soprattutto i Paesi emergenti o i più ricchi dalla Cina all’Australia, dal Sud America agli Stati Uniti, ma esempi clamorosi si trovano in Europa, dove è diffusa la vendita di wine kit con un preparato solubile in polvere che, stante a quanto dichiarato sulle confezioni, permetterebbe di riprodurre i più noti vini italiani, quali il Brunello o il Barolo. Oltre al vino tra i prodotti agroalimentari più taroccati – sostiene la Coldiretti – ci sono i formaggi, i salumi e le conserve. Dalla lotta alle imitazioni dei falso Made in Italy a tavola nel mondo – conclude la Coldiretti – si possono creare ben 300mila posti di lavoro in Italia.