A Roma è stata approvata la conversione in legge del decreto Energia, che dà il via libera alle estrazioni di gas in Adriatico, ma i sindaci in Polesine sono sul piede di guerra. In prima fila ci sono proprio i sindaci del centrodestra, preoccupati per i danni al litorale e per il fenomeno in atto della subsidenza, cioè dell’abbassamento del terreno. Fortemente contrario anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia che, dopo la consulenza l’anno scorso di una commissione di esperti, è fortemente convinto che le trivelle non devono riprendere a pompare gas al largo del Delta del Po.
Massimo Barbujani, sindaco di Adria rieletto a maggio 2023 con l’appoggio di Lega e Forza Italia, guida la protesta conto le trivelle in Adriatico. Il Coordinamento Polesine No Trivelle, Italia Nostra di Rovigo e l’Ente Parco Delta del Po, presieduto dal sindaco di Loreto Moreno Gasparini, hanno organizzato una manifestazione in piazza Garibaldi ad Adria per dire no alle trivelle.
Vanni Destro per il Coordinamento Polesine No Trivelle ha commentato così la manifestazione: “Ci sono forti rischi di una nuova subsidenza e con l’innalzamento delle acque, allo stato delle cose il mare arriverà a Rovigo nel 2100. Cerchiamo di evitarlo. Per l’effetto cosiddetto imbuto inoltre si andrà a minare, con il tempo, la stessa Venezia”.
Fortemente critico anche il sindaco Gasparini: “Le riaperture dei pozzi saranno pericolose per l’ambiente e l’indotto della pesca e dell’agricoltura. Questo territorio ha già una sua strada da percorrere, quella del turismo sostenibile. Non possiamo spendere soldi per il turismo se poi diamo spazio a queste iniziative. A Roma ci devono ascoltare”.
La nuova legge prevede che nel tratto di mare oltre le 9 miglia di costa, tra il 45° parallelo e 40 km più a sud, sia possibile estrarre gas naturale non solo in deroga alla fascia di rispetto che esiste nel resto d’Italia, ma anche all’interno delle aree marine e costiere protette da leggi regionali e nazionali.
I partecipanti sono stati invitati a partecipare senza bandiere di partito, a dimostrazione che non è una protesta politica. Tra i sindaci del centrodestra ci sono Laila Marangoni di Taglio di Po, Michele Grossato di Rosolin, Roberto Pizzoli di Porto Tolle e Valeria Mantovan di Porto Viro. Tra i sindaci del centrosinistra c’è invece Laura Beltrame di Ariano nel Polesine.
Fabio Bellettato, presidente di Italia Nostra a Rovigo, ha rivolto un appello a Sergio Mattarella affinché “non venga promulgata la conversione del decreto legge 9 dicembre 2023 numero 181 con le disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del paese. Con questa legge il Delta del Po diventa l’area meno tutelata al mondo. È semplicemente paradossale che una normativa approvata con lo scopo, tra l’altro, di favorire la ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi alluvionali del maggio dello scorso anno rischi di incentivare nuove alluvioni in Polesine”.
Nel documento scritto viene inoltre fatto presente che con questa legge “si avvicina ancora di più la minaccia di nuove estrazioni nell’area del Delta del Po“. Sulla questione sono stati interpellati anche docenti dell’università di Padova e Venezia e ricercatori del CNR, secondo i quali “l’interesse legato alle estrazioni non è compatibile con la tutela ambientale e socio-economica del Polesine e del Delta del Po e quindi è inaccettabile qualsiasi incremento di subsidenza connessa all’estrazione di gas metano”.
Le carenze conoscitive non escluderebbero quindi possibili effetti significativi sull’ambiente marino e costiero, mentre il Ministero dell’ambiente non ha dato “alcuna garanzia scientifica sulla non invasività delle trivellazioni in un territorio fragile che ha già pagato un pesante tributo in termini di sicurezza idrogeologica alle estrazioni di gas fermate all’inizio degli anni Sessanta”.
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