Pubblicato il 26 Giugno 2023
A rompere il silenzio, dopo l’addio al celibato terminato con nove denunce per procurato allarme, è una vicina di casa dei futuri sposi.
A Trofarello, provincia di Torino, in un tranquillo condominio di via Armando Diaz, per qualche minuto di sabato sera
si è assistito a scene degne dei migliori film d’azione, ricostruisce il Corriere.
Un commando di nove amici, con viso coperto da passamontagna e caschi, ha inscenato il rapimento dello sposo.
Tante risate per i protagonisti, giovani di età compresa tra i 23 e i 31 anni, momenti di panico per i residenti in zona che hanno assistito inconsapevoli alla scena.
Un gesto goliardico organizzato nei minimi dettagli: le maglie con richiami a organizzazioni islamiche, i fucili da soft air senza tappo rosso e movenze da veri e propri criminali. Tutto talmente verosimile da sembrare vero.
E proprio questo è accaduto, perché i vicini di casa hanno richiesto in massa l’intervento dei carabinieri.
“Al giorno d’oggi non si sa mai che cosa possa succedere, soprattutto sentendo in continuazione notizie di gente che fa cose folli. Ci siamo spaventati tutti, qua nel condominio, sembrava un rapimento vero. Erano tantissimi, il viso non era riconoscibile ed erano armati fino al collo. Un equipaggiamento proprio come quelli che si vedono nei film”, racconta ancora la vicina.
Intanto, dopo il finto rapimento, nessuno in zona ha più avuto notizie dei futuri sposi: “Non si sono più fatti vedere. Noi non sapevamo neanche che dovessero sposarsi e nessuno ci ha avvisato dello scherzo che avevano in programma. Ora che ci ripenso la ragazza era affacciata sul balcone e rideva mentre noi del condominio eravamo spaventati e in preda all’ansia per quanto stava accadendo”.
“Capisco la voglia di divertirsi, ma una scenata del genere è incomprensibile – racconta una residente del condominio di fronte a quello dei futuri sposi – Mi era capitato qualche anno fa di assistere a un simile addio al celibato, ma un paio di ore prima eravamo stati tutti avvisati con un foglio per non spaventarci. Se proprio non potevano rinunciare ad un finto rapimento, non potevano almeno avvertirci di quello che sarebbe successo? Quando ho visto tutti quei ragazzi incappucciati e armati ho chiamato i carabinieri con le mani tremanti sul telefono”.