“Aspettativa sindacale non retribuita” è una facoltà ammessa dallo Statuto dei Lavoratori che, però, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Milano, sarebbe stata adottata da alcune sigle sindacali di un sindacato, la Cisl ma in maniera illecita. Insomma si tratterebbe di una truffa ai danni dello Stato.
Per questa ragione il nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di milano ha eseguito un sequestro preventivo da oltre 600mila euro, in un’indagine condotta dal sostituto procuratore Paolo Storari, a carico di “alcune sigle sindacali” lombarde della Cisl proprio per una presunta truffa ai danni dell’Inps “attraverso l’indebita fruizione di aspettativa sindacale non retribuita’”.
Secondo le prime ricostruzioni le sigle sindacali avrebbero agito attraverso fittizie assunzioni di lavoratori (poi in distacco sindacale) presso aziende compiacenti, senza quindi che venisse svolta alcuna attività lavorativa nei 6 mesi precedenti (condizione imposta dalla legge) e dunque lucrando il risparmio dei contributi previdenziali figurativi versati per legge ai lavoratori dall’Inps.
La procedura disvelata dalla Procura funziona così: dipendenti di aziende che, per almeno sei mesi, si ‘distaccano’ e lavorano per il sindacato d’appartenenza (e stipendiati quindi dallo stesso sindacato), godono di contributi pensionistici figurati da parte dell’Inps, senza che né l’azienda né il sindacato li versino effettivamente.
Diversi sindacalisti (potrebbero essere almeno una dozzina) si sarebbero quindi fatti assumere da aziende compiacenti, senza mai effettivamente lavorare per loro, consentendo così al sindacato d’appartenenza di beneficiare di uno sgravio contributivo.
Alle indagini hanno partecipato anche alcuni funzionari dell’Inps.
In particolare, le sigle coinvolte nell’indagine sono la Cisl Milano Metropoli, la Filca Cisl Milano Metropoli, la Fim-Cisl Milano Metropoli, la Fim Territorio dei Laghi di Varese, l’Unione Sindacale Territoriale Cisl Bergamo, la Femca Cisl dei Laghi Como Varese, la Femca Cisl Lombardia con sede a Sesto San Giovanni. Sequestri sono stati effettuati anche presso la Felsa Cisl Lombardia, la Fisascat Cisl, la Femca Cisl Milano Metropoli, la Femca Cisl Monza Brianza Lecco, con sede a Monza.
Per il giudice delle indagini preliminari Anna Calabi, “rimane da spiegare perché le imprese private si siano prestate ad assecondare questo meccanismo, per loro tutto in perdita (in quanto il lavoratore viene pagato per almeno 6 mesi senza fare alcunchè)”. Secondo il gip, inoltre, “i lavoratori non sono apparsi consapevoli della frode perpetrata e di conseguenza non è emerso un profilo di dolo a loro carico. Essi sembrano essere stati meri strumenti del meccanismo truffaldino – si legge nell’ordinanza – non ne sono i beneficiari e si limitano ad esercitare un’attività lavorativa e a venire ovviamente retribuiti per questo. A nulla rileva per loro che la busta paga arrivi non tanto dal sindacato ma da un’impresa privata (ovviamente in accordo con il sindacato)”.
L’ipotesi di reato è truffa allo Stato, gli indagati sono una dozzina di sindacalisti, mentre il corrispondente illecito amministrativo (in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità delle società) non può essere contestato alle associazioni sindacali perché queste svolgono funzioni di rilievo costituzionale e come tali sono dunque escluse dall’ambito di applicazione della legge 231.
“Apprendiamo dagli organi di stampa del sequestro cautelativo di somme afferenti ai conti correnti di alcune strutture sindacali della Cisl nella nostra Regione da parte della magistratura, nel cui operato rinnoviamo la nostra piena fiducia”. Così il segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci.
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