Qualcosa di più sul reddito di cittadinanza si saprà dopo le elezioni del 25 settembre, ma intanto continuano a spuntare come funghi truffe milionarie per spillare fior di quattrini allo Stato.
L’ultima in ordine cronologico è stata scoperta a Torino, dove un gruppo di persone aveva messo su un meccanismo ben oliato per consentire a cittadini residenti all’estero di percepire tranquillamente il reddito di cittadinanza.
La truffa da oltre un milione e 400.000 euro, scoperta dalla Guardia di Finanza di Torino, ha consentito di portare a 5 misure cautelari: arresti domiciliari a carico di una dipendente di un patronato e 4 obblighi di firma nei confronti di altrettanti cittadini romeni.
Il “cervello” dell’operazione sarebbe stata proprio la dipendente di un istituto di patronato che inoltrava le domande all’Inps per consentire ai suoi “assistiti” di percepire il reddito di cittadinanza.
Secondo gli inquirenti la donna ha inoltrato almeno 314 domande di cittadini, prevalentemente romeni, che avevano dichiarato di vivere a Torino per ottenere il debito, mentre in realtà risiedevano all’estero.
Secondo l’accusa la donna, con l’ausilio del marito, avrebbe utilizzato documentazioni e dichiarazioni false, presentando le istanze senza il requisito necessario, previsto dalla normativa, di risiedere in Italia da almeno 10 anni, dei quali due in modo continuativo.
Sotto indagini altri 4 romeni, che avrebbe agito “da ponte” tra la coppia e le persone beneficiarie del reddito di cittadinanza senza alcun titolo.
Tante altre truffe stanno emergendo in queste ultime settimane in seguito all’intensificarsi dei controlli: in Campania 43 persone beneficiavano della misura pur essendo dietro le sbarre, mentre a Bergamo un uomo ha addirittura dichiarato di avere 8 figli anziché 2 per poter accedere al beneficio.
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