Pubblicato il 18 Giugno 2020
La data di uscita del libro ‘The Room Where It Happened: A White House Memoir’ si avvicina ma la Casa Bianca cerca di ostacolarne in ogni modo la pubblicazione asserendo che questo contenga informazioni riservate.
L’autore del volume di 577 pagine è John Bolton, un insider di pregio, ovvero un ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti che ha reso servizio per 17 mesi durante il mandato di Trump. Dalle anticipazioni rilanciate sui media americani si intuisce che il libro potrebbe costituire una vera e propria bomba sulla campagna elettorale del presidente.
“Mi è difficile identificare una qualsiasi significativa decisione di Trump durante il mio mandato che non sia stata guidata da calcoli per la rielezione”. Questa affermazione di Bolton, contenuta nel suo volume, rende bene l’idea di quale sia la posizione dell’autore sull’operato dell’attuale inquilino della Casa Bianca.
Secondo quanto filtrato dalla stampa, in presentazione alla pubblicazione, il libro conterrebbe anche il racconto di un episodio particolarmente imbarazzante per la presente amministrazione. Bolton riporta infatti che Donald Trump sarebbe arrivato a “supplicare” il presidente cinese Xi Jinping per ottenere un accordo che in prospettiva lo potesse aiutare nella sua rielezione. L’episodio risalirebbe al G20 di Osaka del 2019 quando i due presidenti si incontrarono e parteciparono a un bilaterale. In quell’occasione il presidente americano avrebbe spinto per il raggiungimento di un’intesa commerciale che avrebbe consentito agli Stati Uniti di esportare verso la Cina grandi quantità di prodotti agricoli americani. Secondo gli auspici di Trump, questo accordo avrebbe potuto rivelarsi molto positivo nella sua campagna elettorale, quando avrebbe potuto incassare il consenso derivante dagli introiti di tali scambi. Nel descrivere quel passaggio Bolton riporta: “Quindi, sorprendentemente, (Trump) ha spostato la conversazione sulle imminenti elezioni presidenziali degli Stati Uniti, alludendo alla capacità economica della Cina di influenzare le campagne in corso, supplicando Xi di assicurargli che avrebbe vinto. Ha dunque sottolineato l’importanza nel risultato elettorale degli agricoltori e dell’aumentato acquisto da parte dei cinesi di soia e grano”.
In merito ai colloqui fra Trump e Xi, il Rappresentante Commerciale degli Stati Uniti, Robert Lighthizer, ha invece dichiarato di aver partecipato a un incontro tra i due durante il G20 di Osaka, senza aver mai sentito Trump supplicare il presidente cinese di acquistare più prodotti agricoli per assicurarsi la rielezione. Lighthizer ha reso dichiarazioni durante un’audizione al Senato su questioni commerciali e in quell’occasione gli è stato chiesto se ricordasse gli eventi riportati da Bolton. “Assolutamente falso. Mai accaduto. Ero lì. Non ricordo che ciò sia mai accaduto. Non credo sia vero. Non credo che sia mai successo”, ha dichiarato Lighthizer. “Se mi ricorderei qualcosa di così folle? Certo, lo ricorderei.”
Bolton ha poi scritto nel volume di aver condiviso alcune delle sue preoccupazioni, riguardanti i dialoghi fra Trump e i leader stranieri, con il Procuratore Generale William Barr, segnalando poi simili dubbi anche ai procuratori della Casa Bianca e al Segretario di Stato Mike Pompeo.
Bolton scrive ancora che nel 2018, durante una cena di Natale alla Casa Bianca, Trump chiese perché gli Stati Uniti stessero sanzionando la Cina per il suo trattamento verso gli Uiguri. Questi, prevalentemente musulmani nonché di etnia e cultura distinta dalla maggioranza Han della popolazione cinese, sono sospettati dalla Cina di covare tendenze separatiste. Negli ultimi anni la Cina ha fortemente rafforzato la sua campagna contro di loro, detenendo più di 1 milione di persone in carceri e campi di internamento, che però vengono chiamati centri di formazione professionale.
“Alla cena di apertura dell’incontro del G20 di Osaka, con presenti solo interpreti,” racconta Bolton “Xi spiegò a Trump, nella pratica, perché stava costruendo campi di concentramento nello Xinjiang”. Rivelando poi “Secondo il nostro interprete, Trump affermò che Xi avrebbe dovuto continuare con la costruzione dei campi, che lui pensava fosse esattamente la cosa giusta da fare.”
Nel volume Bolton dipinge ogni decisione di Trump come guidata unicamente dalle preoccupazioni per la propria rielezione alla Casa Bianca e sostiene, ad esempio, che il presidente abbia subordinato la fornitura dei aiuti militari all’Ucraina alla volontà di tale paese di condurre indagini su Biden e suo figlio. Sembra infatti Trump abbia affermato in una conversazione che “non era favorevole a inviare loro nulla fino a quando tutto il materiale di indagine della Russia relativo a Clinton e Biden non fosse stato consegnato”.
Interpellato da Fox News su Bolton e il suo libro Trump ha risposto con insulti personali all’ex collaboratore, mentre il Dipartimento di Giustizia si è mobilitato cercando di emanare un ordine d’emergenza per bloccare la pubblicazione del libro di John Bolton. Lo stesso dipartimento sta inoltre indagando per accertare se Bolton nello scrivere il volume abbia violato o meno alcune leggi sulla gestione delle informazioni riservate.
Fonti: Associated Press– Washington Post 17/06/2020