Trump subito dopo la vittoria delle elezioni americane aveva annunciato che avrebbe posto fine alle guerre in atto e, senza perdere tempo, ha alzato il telefono per chiamare Putin e discutere della guerra tra Russia e Ucraina.
Come ha riferito il Washington Post Trump giovedì 7 novembre ha telefonato a Putin, “consigliandogli” di non intensificare la guerra in Ucraina, ricordandogli la massiccia presenza militare degli USA in Europa. Una sorta di minaccia velata, un’esibizione di muscoli che al momento sembra non aver fermato la Russia che ha sferrato un brutale attacco contro l’Ucraina con un “esercito” di droni kamikaze che avrebbero provocato secondo le autorità ucraine 5 morti e un ferito a Mykolaiv e un morto e 20 feriti a Zaporizhzhia. I due presidenti hanno comunque parlato di una risoluzione breve per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
Il tycoon aveva annunciato alla BBC di aver parlato con almeno 70 leader mondiali, tra cui anche Zelensky, telefonata alla quale aveva partecipato anche Elon Musk. Non era stato menzionata la telefonata a Putin, anche se come riferito dal Washington Post Kiev era stata informata e non si era opposta. Le telefonate di Trump non hanno avuto il supporto del Dipartimento di Stato e degli interpreti del governo statunitense, poiché il team di transizione di Trump non si fida dei funzionari di carriera del governo.
Mosca inizialmente era stata molto fredda nei confronti di Trump e Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, aveva dichiarato che Putin non aveva intenzione di congratularsi con il presidenti di un paese ostile che, direttamente o indirettamente, stava supportando l’Ucraina e quindi era in contrasto con la Russia. Poi però qualcosa è cambiato: Putin giovedì 7 novembre si è congratulato pubblicamente con Trump, complimentandosi con lui per la risposta virile dopo l’attentato alla sua vita e dicendosi aperto al dialogo col neopresidente americano.
Se da un lato Mosca tende la mano a Washington, dall’altro lato continua a colpire duramente l’Ucraina, e sembra essere tutto pronto per un massiccio intervento militare con l’obiettivo di riconquistare il Kursk. Il bollettino di guerra finora è drammatico: Londra parla di circa 700.000 soldati russi feriti o uccisi dall’inizio della guerra, mentre Mosca rivendica l’uccisione di oltre 1.000 soldati ucraini solo nelle ultime 24 ore.
Si stima che Mosca abbia assiepato circa 50.000 uomini in prossimità del Kursk, tra i quali anche soldati nordcoreani inviati da Pyongyang, circa 10.000 secondo le stime dell’intelligence occidentale, che secondo alcune fonti internazionali passerebbero ore intere a guardare filmati porno che non sono visibili in Nord Corea. Fonti americane e ucraine hanno rivelato al New York Time che l’attacco di Mosca per riconquistare i territori del Kursk occupati è ormai imminente.
Al momento Mosca sta facendo affidamento soprattutto sui droni, ne sono caduti ben 145 nelle ultime 24 ore in Ucraina. Tra i più impiegati i kamikaze Shahed iraniani, che hanno causato ingenti danni e diversi feriti. Le difese aeree sono riuscite ad abbatterne 62 secondo i militari, 67 risultano dispersi e 10 dopo aver lasciato lo spazio ucraino sono volati in direzione della Moldavia, Bielorussia e Russia.
Come annunciato da Zelensky nell’ultima settimana sono piovuti circa 600 droni sull’esercito ucraino, mentre Mosca ha annunciato la distruzione di 70 velivoli. Insomma gli scontri al fronte infuriano ma, come ribadito da Peskov, il Cremlino si è detto disponibile per un dialogo con Washington nel tentativo di porre fine alla guerra in tempi brevi.
Dopo la diffusione della presunta telefonata tra Trump e Putin, è arrivata la smentita piuttosto clamorosa da parte di Peskov, che ha seccamente smentito la notizia, come riportato anche dalla Tass. “Questa notizia è una pura invenzione – ha detto il Cremlino – si tratta di informazioni false”. Il portavoce della presidenza russa ha detto che al momento non ci sono ancora piani specifici per i contatti tra Putin e Trump.
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