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Crocus City Hall

La Turchia spalleggia la Russia: “L’Isis ha potuto agire solo con l’aiuto di 007 stranieri”

Pubblicato il 29 Marzo 2024

Dopo il sanguinoso attentato al Crocus City Hall di Mosca dello scorso 22 marzo, dove sono morte oltre 140 persone e altre centinaia sono rimaste ferite, la Russia non ha esitato un attimo e ha subito puntato il dito contro l’Ucraina, pur non avendo alcuna prova, alludendo a poco specificate responsabilità anche degli USA e della Gran Bretagna.

Benché l’Isis-k ha rivendicato l’attentato, Putin sin dalle prime battute ha sempre detto che la responsabilità era dell’Ucraina. Solo in un secondo momento ha ammesso il coinvolgimento di gruppi terroristi dell’Isis, addestrati però secondo lui proprio dalle forze ucraine.

Le accuse di Mosca a Kiev

Giorni fa Nikolai Patrushev, braccio destro di Putin, a precisa domanda tra chi fosse il responsabile dell’attacco tra l’Isis e Ucraina senza esitazioni ha puntato il dito contro Kiev. Intanto sono stati arrestati i presunti autori dell’attacco terroristico e uno di loro ha detto che sono stati assoldati su Telegram.

Ieri il Comitato investigativo russo ha detto che in seguito ad un’inchiesta sulla strage ha raccolto le prove del coinvolgimento ucraino, senza però mostrarle. Secondo quanto riferito dall’agenzia russa Ria Novosti oggi sarebbero state arrestate altre 9 persone in Tagikistan che avrebbero avuto contatti con i terroristi.

Anche Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri del Cremlino, continua a spingere per la pista ucraina, dicendo che il coinvolgimento dell’Isis sarebbe addirittura un’invenzione dell’Occidente per sviare i sospetti. Anche in questo caso però non sono state fornite prove e l’Ucraina ha rispedito le accuse al mittente. Intanto su Al-Naba lo Stato islamico ha rivendicato per la quinta volta l’attentato, prendendosi gioco del Cremlino che accusa di collusione i suoi oppositori sul fronte occidentale per nascondere il suo fallimento.

L’appoggio della Turchia

Come se non bastasse ci si è messa anche la Turchia ad appoggiare la Russia, sostenendo la teoria della pista ucraina. Omer Celik, portavoce del partito Akp di Erdogan, in un’intervista alla tv privata turca Ntv si è detto convinto che l’Isis non è in grado di portare avanti un attentato del genere e che per farlo ha avuto bisogno di uno “sponsor”.

Quello “sponsor”, ha lasciato velatamente intendere Celik, sarebbe proprio l’Ucraina dal momento che un tale attentato terroristico non poteva essere portato a termina senza l’appoggio dell’intelligence di qualche paese.