Lo ha riferito il legale del giovane, Giovanni Caruso. Un aereo dell’Aeronautica militare partirà alle ore 8.00 da Roma, e arriverà alle 10.00 a Francoforte per prelevare Turetta.
La partenza dallo scalo tedesco è prevista per le 10.45, con destinazione Venezia.
L’atterraggio dell’aereo con Turetta è previsto attorno alle 12.30 all’aeroporto Marco Polo di Venezia. Dallo scalo di Francoforte e per tutta la durata del viaggio, l’ex fidanzato di Giulia sarà accompagnato dagli uomini del Servizio di cooperazione internazionale di polizia (Scip) e una volta atterrato sarà portato negli uffici della Polizia di frontiera, dove gli verrà notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’omicidio di Giulia.
A quel punto, Turetta sarà preso in custodia dai carabinieri e trasferito in carcere, dove sarà messo a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La sera di sabato 11 novembre i carabinieri non inviarono una pattuglia a Vigonovo dopo l’allarme al 112 di un vicino dei Cecchettin su un litigio in corso in un parcheggio, il luogo dove ci fu la prima aggressione di Filippo a Giulia.
Il particolare trova conferma in ambienti vicini all’inchiesta.
Nell’ordinanza del Gip non c’è traccia dell’intervento di pattuglie quella sera.
Al 112 il testimone (ore 23.18) disse di aver sentito urlare “mi fai male”, e visto un uomo calciare una figura a terra ma non riuscì a prendere la targa dell’auto.
L’indagine scattò domenica, dopo la denuncia di scomparsa di Giulia presentata dal papà.
La registrazione della telefonata sarà acquisita dalla Procura della repubblica di Venezia.
L’avvocato Giovanni Caruso, del foro di Padova, ordinario di Diritto Penale all’Università degli Studi di Padova, è il nuovo difensore di Filippo Turetta, il 22enne di Torreglia (Padova) accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin.
Caruso affianca nel collegio difensivo il primo legale, l’avvocato Emanuele Compagno di Dolo (Venezia).
La fotografia di Giulia Cecchettin e della mamma Monica abbracciate, con due ali di angelo, e il commento “I miei amori”.
Così il padre di Giulia, Gino, sul suo profilo Instagram.
La fotografia, l’ultima a venire pubblicata da Giulia prima di venire uccisa, è stata ritoccata in modo da apparire sfumata, sullo sfondo di una scalinata, sulla cui sommità compaiono due scritte “Non una di meno” e il fiocco rosso della lotta ai femminicidi.
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