Pubblicato il 13 Ottobre 2020
Quando uscì la notizia, ci un un clamore eccezionale, il 29 maggio il tribunale di Milano aveva disposto un provvedimento unico e mai preso prima in Italia, il commissariamento della piattaforma delivery Uber Italy. Tra i 10 indagati anche Gloria Bresciani manager di Uber Italy. Nell’avviso di chiusura delle indagini si legge “ i riders venivano pagati a cottimo 3 euro a consegna, derubati delle mance e di punti”.
Secondo l’accusa le condizioni di lavoro a cui venivano sottoposti i riders erano degradanti e con un regime di sopraffazione sia dal punto di vista retributivo che da quello del trattamento sul lavoro.
Condizioni che sono emerse anche dalle intercettazioni “Davanti a un esterno non dire mai più ‘abbiamo creato un sistema per disperati’. Anche se lo pensi, i panni sporchi vanno lavati in casa e non fuori”. Così diceva al telefono con un altro dipendente di Uber Italy, Gloria Bresciani, manager della filiale italiana del colosso americano indagata per caporalato nell’inchiesta milanese.
Nell’atto della Procurano figurano anche dei prospetti sulla paga settimanale rapportata alle ore lavorate.
Nell’elenco degli indagati anche i dirigenti di altre società che lavoravano per conto del colosso, la Flash Road City e FRC srl, accusati di aver reclutato i riders incaricati di trasportare a domicilio prodotti alimentari, assumendoli per conto delle loro imprese per poi destinarli al lavoro presso Uber “in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori, migranti richiedenti asilo, dimoranti presso centri di accoglienza straordinaria e provenienti da zone conflittuali e pertanto in condizione di estrema vulnerabilità e isolamento sociale”.
Stralciata la posizione di Uber Italy indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa e che il 22 ottobre dovrà affrontare un’udienza alla sezione misure di prevenzione.
“Negli ultimi mesi abbiamo lavorato a stretto contatto con l’amministratore giudiziario per rivedere e rafforzare ulteriormente i nostri processi. Continueremo a collaborare con le autorità e a combattere tutte le forme di intermediazione illegale”: così ha assicurato in una nota Uber Italia.