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Napoli

Uccide il figlio di 2 anni, assolta la mamma perché incapace di intendere. Esplode in aula la rabbia del marito

Pubblicato il 4 Giugno 2024

Era il 2 gennaio 2022, quando Adalgisa Gamba a Torre del Greco, in provincia di Napoli, uccise annegando il figlio Francesco di appena 2 anni. Solo l’intervento tempestivo di altre persone impedirono alla donna di annegarsi, descritta dai presenti in stato totalmente alienato. La Corte d’Assise di Napoli ha emanato il suo verdetto, assolvendo la donna dall’accusa di omicidio premeditato del figlio, essendo stata giudicata incapace di intendere e di volere al momento del fatto.

La rabbia del marito

Una vicenda che, anche se con dinamiche piuttosto differenti, ricorda quella di Alessia Pifferi che invece è stata condannata all’ergastolo per la morte della piccola Diana. Nel momento in cui è stata emessa la sentenza nell’aula 115 del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, con la Corte ancora presente, è esplosa la rabbia del marito della Gamba e papà del piccolo Francesco, che ne ha dette di tutti i colori alla moglie: “Devi morire, sei un’assassina”, augurandole poi un brutto male.

Una sentenza che in parte era nell’aria, soprattutto dopo che la perizia su Adalgisa Gamba l’aveva ritenuta incapace di intendere e di volere. In ogni caso il giudice ha applicato la misura di sicurezza della libertà vigilata della donna, per almeno 15 anni, in una struttura di riabilitazione. In sostanza la donna è stata ritenuta non imputabile al momento del delitto ed entro 90 giorni sono previste le motivazioni della sentenza.

Le dichiarazioni dell’avvocato di Adalgisa Gamba

Dopo il verdetto sono arrivate le dichiarazioni di Salvatore Del Giudice, avvocato di Adalgisa Gamba, che ha ammesso che si è trattato di un processo molto difficile sia da un punto di vista umano che professionale. Si è però detto soddisfatto della sentenza, ribadendo che la sua assistita è una persona malata e in quanto tale ha bisogno di cure per ritornare alla normalità.

La criminologa clinica Alessandra Bramante, consulente dell’avvocato della donna, ha ribadito il peso che hanno avuto sulla decisione finale del giudice le perizie psichiatriche, che “hanno aiutato i giudici a entrare nella mente di Gisa e far luce sulla sua patologia”.