« Torna indietro

record

Piccione - foto di repertorio

Investe e uccide un piccione: rischia un anno di carcere

Pubblicato il 7 Dicembre 2023

I piccioni sono presenze fisse in molte città e paesini e talvolta si possono incontrare in strada mentre si guida. Può capitare purtroppo di colpirne alcuni alla guida dell’auto, soprattutto in estate quando i piccioni sembrano essere storditi dal caldo e quindi la loro capacità di reazione è limitata.

Così è successo ad Atsushi Ozawa, un tassista di Tokyo di 50 anni, che ha colpito un piccione con la sua auto causandone la morte e ora rischia tantissimo, fino a un anno di carcere.

La vicenda

Ozawa, nel tentativo di disperdere uno stormo di piccioni, ne ha colpito uno e lo ha ucciso. Secondo la ricostruzione l’uomo, quando è scattato il verde, ha accelerato fino a 60 km/h centrando in pieno l’animale, un gesto che è stato considerato dalle autorità volontario.

Un passante ha assistito alla scena e ha denunciato il tassista e, secondo l’autopsia effettuata sull’animale dai veterinari, l’uccello è morto per shock traumatico. La sua morte è stata dunque causata dall’investimento, ma Ozawa ha provato a difendersi: “Le strade sono per le persone. Tocca ai piccioni evitare le auto”.

Una giustificazione che non ha convinto la polizia, che ha definito le sue azioni come “altamente dannose” e che lo ha portato in carcere.

La legge in Giappone

Una misura che potrebbe sembrare eccessiva, ma solo se non si conoscono le leggi del Giappone. Secondo la normativa del paese un numero limitato di piccioni può essere cacciato legalmente in Giappone, ma solo se sono selvatici.

I piccioni urbani non sono considerati selvatici e quindi ucciderli “viola la leggi sulla protezione della fauna”. Possono essere uccisi solo se rappresentano un fastidio comprovato, ad esempio se provocano danni ai raccolti o al bestiame, o se viene data l’approvazione delle autorità locali.

Nessuna delle due condizioni è stata ravvisata e quindi l’uomo, per aver ucciso volontariamente un piccione di città e quindi non selvatico, ha violato la leggi sulla protezione della fauna e adesso rischia fino ad un anno di carcere.