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Uccise per errore un 19enne innocente e ferì un minorenne. Arrestato il killer a Casoria (VIDEO)

Svolta nell’omicidio Giarnieri, il killer confuse il ragazzo per un altro soggetto.

Pubblicato il 1 Giugno 2021

Svolta nell’omicidio Giarnieri. Questa mattina a Casoria i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno arrestato Ciro Sannino, gravemente indiziato di estorsione aggravata dal metodo mafioso e Tommaso Russo, gravemente indiziato di due episodi estorsivi aggravati dal metodo mafioso e dell’omicidio di Antimo Giarnieri, all’epoca 19enne, e del tentato omicidio di un minorenne (C.S.), rimasto ferito al fianco sinistro durante un agguato.

Giarnieri vittima innocente della camorra, fu scambiato per un altro uomo

L’evento si verificava in data 8 luglio 2020 a Casoria, in III Traversa di Via Castagna, comunemente nota come “Parco Smeraldo” e, sin dalle prime attività investigative, la vicenda ha presentato agli inquirenti i classici tratti di un agguato connotato dal carattere mafioso. Quella sera il killer, sceso da una vettura guidata da una persona allo stato ignota, esplodeva all’indirizzo di un gruppo di persone  8 colpi di pistola cal. 7.65, di cui 4 colpivano Giarnieri provocandone la morte e un colpo raggiungeva il soggetto minorenne (C.S.) scampato fortuitamente alla morte.

Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e coordinate dalla D.D.A. di Napoli hanno permesso di accertare che il reale obiettivo di Russo fosse un altro soggetto fatalmente scambiato per l’incensurato Giarnieri, risultato invece estraneo a dinamiche delinquenziali.

Il grave fatto di sangue, secondo gli elementi raccolti, va inquadrato in una violenta contrapposizione tra fazioni della criminalità organizzata in lotta per il controllo della piazza di spaccio del “Parco Smeraldo”, luogo in cui si è consumato il delitto.

In particolare a Russo Tommaso, individuato dalle investigazioni in corso quale soggetto gravemente indiziato per l’agguato presso il parco Smeraldo (oltre ad essergli contestato l’uso di armi), viene contestata l’aggravante del metodo mafioso, in quanto avrebbe agito per agevolare l’attività e gli scopi criminali del gruppo  camorristico di cui è referente territoriale Barbato Salvatore (alias “Totore O’ Can”, elemento contiguo al clan “Moccia” e allo stato detenuto per estorsione aggravata dal metodo mafioso), nonchè allo scopo di affermare il controllo di quest’ultimo sul territorio.

Estorsioni e violenze

Nel corso delle attività investigative sono stati inoltre contestati a Russo ed a Sannino due episodi di natura estorsiva, di cui uno tentato e uno consumato, ai danni di due spacciatori del luogo che, per poter continuare nella loro illecita attività di spaccio, erano costretti a versare una quota imposta dal clan, altro elemento sintomatico della volontà di imporre un controllo capillare del territorio attraverso il cosiddetto racket sull’attività di spaccio.

Lo stesso Russo agiva con estrema ferocia quando, in uno degli episodi contestatigli, strappava parte del padiglione auricolare ad una vittima suggerendogli “di fare il bravo, perché ora ci siamo io e Totore O’Cane”.

Nella seconda estorsione poi Russo e Sannino si facevano consegnare la somma di 500 euro, quale quota mensile imposta dal clan, da un soggetto ristretto agli arresti domiciliari ricorrendo anche a violenza fisica per costringerlo a consegnare il denaro, il tutto dinanzi alla moglie della vittima, anch’essa aggredita brutalmente nel mentre cercava di reagire a difesa del marito.