Ieri è stato ucciso a Teheran in un raid Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, durante l’insediamento del nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian. La notizia è stata confermata in una nota da Hamas, che ha definito la morte di Haniyeh un “codardo attacco sionista che non resterà impunito”, come riferito da Al-Jazeera che ha riportato le dichiarazioni di Musa Aba Marzouk, esponente di Hamas.
Haniyeh viveva in esilio a Doha ed è stato ucciso in un raid nella notte nella sua residenza a Teheran, dove è morta anche una sua guardia del corpo. Il leader di Hamas, dopo aver incontrato Pezeshkian, aveva visto anche l’ayatollah Ali Khamenei, guida spirituale iraniana.
Come riportato dal sito libanese Al Mayadeen, che ha citato una fonte iraniana, il missile che ha ucciso il leader di Hamas sarebbe stato lanciato da un altro paese. L’attentato ad Haniyeh non fa altro che arroventare la situazione nel Medio Oriente già di per sé bollente, soprattutto dopo l’attacco ad Israele rivendicato da Hezbollah che ha provocato la morte di un civile israeliano. Il rischio è l’escalation del conflitto che sta coinvolgendo sempre più stati.
Proprio ieri Israele, in un attacco a Beirut, ha ucciso il numero due di Hezbollah, in risposta ad un attacco missilistico sulle alture di Golan che ha provocato la morte di 12 bambini.
Abbas, leader dell’Autorità palestinese, ha condannato l’uccisione del capo politico di Hamas, considerato un “attacco codardo e uno sviluppo pericoloso”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Jihad islamica, che ha denunciato il “vergognoso assassinio” di Ismail Haniyeh invitando il popolo palestinese a resistere.
Parole di condanna sono giunte anche dall’Iran, che nelle dichiarazioni di Nasser Kanaani, ministro degli Esteri iraniano, ha sottolineato il legame forte tra la Repubblica Islamica dell’Iran, la Palestina e la resistenza. Tuona la Turchia, che tramite una nota del ministro degli Esteri turco ha apertamente condannato il governo Netanyahu. “Se la comunità internazionale non interverrà per fermare Israele, la regione dovrà affrontare conflitti molto più gravi” – si conclude minacciosamente il comunicato.
Il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov, come riportato dall’agenzia russa Ria, ha definito l’uccisione del leader di Hamas un “omicidio politico assolutamente inaccettabile” che “porterà ad un’ulteriore escalation delle tensioni”.
Sorride invece Israele e in particolare Amichay Eliyahu, ministro per il Patrimonio israeliano, che su X ha scritto: “La morte di Haniyeh rende il mondo un po’ migliore. È il modo giusto per ripulire il mondo da questa sporcizia – ha aggiunto -. Niente più accordi immaginari di ‘pace/resa’, niente più pietà per questi figli della morte. Il pugno di ferro che li colpirà è quello che porterà pace e un po’ di conforto e rafforzerà la nostra capacità di vivere in pace con coloro che desiderano la pace”.
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