Pubblicato il 4 Marzo 2022
Durante la notte, in Ucraina (sul fronte sud) i russi hanno colpito e incendiato una centrale nucleare, prendendone il controllo. E’ stata bombardata dall’aria e colpita dai carri armati. La centrale a sei reattori si trova della città di Enerhodar, nell’oblast di Zaporizhzhia ed è la più grande d’Europa: rifornisce quasi metà dell’energia nucleare ucraina. E’ stata bersagliata con tiri d’artiglieria e di mitragliatrici pesanti “da tutte le parti”. Una delle sei unità ha preso fuoco. I pompieri non riuscivano ad accedere alla centrale: era ancora “sotto tiro”. Lo rendono noto le autorità ucraine e lo riportano i media internazionali. Non è stata rilevata alcuna fuga radioattiva (Guarda il video).
Appelli a cessare i combattimenti intorno alla centrale
Nella notte ci sono stati appelli, perché i combattimenti cessassero immediatamente presso la centrale e nei dintorni: a chiederli, il governo ucraino, l’agenzia atomica dell’Onu (Aiea), il presidente Usa Joe Biden. Questi ha avuto una conversazione telefonica con Volodymyr Zelensky. Al telefono con il leader ucraino anche Boris Johnson, che intende convocare d’urgenza il Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
L’incertezza è durata due ore. Poi i pompieri hanno potuto raggiungere l’impianto e spento l’incendio: lo ha affermato il portavoce della centrale. I reattori sono stati disattivati. E’ stata ripristinata la sicurezza della centrale atomica, secondo le parole di un comandante militare locale ucraino. Aiea lo ha certificato: “le attrezzature essenziali” della centrale colpita non “sono state compromesse dall’incendio”. Non ci sono state fughe radioattive, come detto.
Se la centrale fosse esplosa sarebbe stato “dieci volte peggio di Chernobyl“: lo ha affermato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
Catastrofe evitata, ma le borse asiatiche scendono
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