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Ucraina

Decreto Ucraina: la Camera approva l’aumento delle spese militari

Pubblicato il 16 Marzo 2022

391 voti favorevoli su 421 presenti, 19 voti contrari. Così la Camera dei Deputati ha approvato a larghissima maggioranza un ordine del giorno collegato al cosiddetto “Decreto Ucraina” che impegna il Governo ad avviare l’incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2 per cento del Prodotto lnterno Lordo.

L’ordine del giorno è stato proposto dalla Lega Nord e sottoscritto da deputati di Pd, Fi, Iv, M5S e FdI. Nella parte dispositiva del testo approvato si legge come il risultato dovrebbe essere raggiunto “predisponendo un sentiero di aumento stabile nel tempo, che garantisca al Paese una capacità di deterrenza e protezione”», mentre nell’immediato si debba agire per “incrementare alla prima occasione utile il Fondo per le esigenze di difesa nazionale”.

Secondo le cifre fornite dal Ministro della Difesa Guerini si passerebbe dai circa 25 miliardi l’anno attuali (68 milioni al giorno) ad almeno 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno).

Nel corso della stessa seduta è stato anche approvato l’ordine del giorno che chiede un “incremento della spesa annuale complessiva del settore difesa in misura non inferiore al 3,5 per cento del totale del bilancio finale dello Stato”. Allo stato attuale delle cose, anche considerando il totale della spesa pubblica compresi gli interessi sul debito, ciò configurerebbe una spesa minima di circa 26,5 miliardi di euro quindi abbastanza prossima al livello attuale di spesa militare (e molto inferiore alla linea derivante dal rapporto del 2% con il PIL).

L’Osservatorio Milex sottolinea come l’indicazione di spesa di almeno il 2% del PIL in ambito Nato deriva da un accordo informale del 2006 de Ministri della Difesa dei Paesi membri dell’Alleanza, confermato e rilanciato al vertice dei Capi di Stato e di Governo del 2014 in Galles. Queste dichiarazioni di intenti però non stono mai state ratificate formalmente dal Parlamento italiano con un voto avente forza legislativa e quindi non costituiscono un obbligo vincolante per il Bilancio dello Stato.