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Ucraina: “Cyborg” difende Azovstal (VIDEO)

Pubblicato il 11 Maggio 2022

Lui è Ilya Samoilenko e in Ucraina è stato ribattezzato “Cyborg”…

https://youtu.be/7CdsAobEwpQ

Nonostante abbia solo 28 anni, ha già un passato da combattente, un passato che ha lasciato dei segni indelebili sul suo corpo.

In battaglia ha perso un braccio, sostituito con uno in titanio, e un occhio, ma questo non gli ha impedito di tornare a combattere per difendere l’Ucraina dall’invasione russa.

In una diretta sulla piattaforma Zoom con i giornalisti, Ilya ha parlato dall’interno dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, ormai da giorni sotto assedio, escludendo la possibilità di una resa. 

La carriera militare di Ilya si è iniziata nel 2015, a 21 anni, mentre il terribile incidente che lo ha deturpato per sempre è avvenuto tre anni fa a causa di un missile lanciato dall’esercito russo: “Avevo in mano delle munizioni, quando il missile è caduto vicino a me. Le munizioni sono esplose per l’onda d’urto. La mia mano era maciullata, una scheggia si è bloccata vicino alla carotide. Mi hanno salvato i miei compagni fasciandomi stretto”.

Dopo essere guarito dalle terribili ferite che lo hanno mutilato, Cyborg è tornato a combattere per il suo Paese, maturando, però, un senso critico nei confronti del governo ucraino e sulla possibilità di cedere territori alla Russia come compromesso per la pace: “Se diplomatici e politici sono d’accordo su un po’ di pace, noi militari non proprio. Perché abbiamo combattuto qui, abbiamo versato sangue, siamo morti. E loro sono così: bene, ragazzi, basta così. È molto sbagliato spendere le risorse di persone motivate. Ed è spaventoso che tutti questi anni di guerra siano vani”.

Alle accuse di neonazismo al suo battaglione e alle domande sui motivi che lo spingono a rischiare la vita a ogni momento, Ilya ha risposto semplicemente: “Il mio desiderio di combattere vuol dire che ho bisogno di capire me stesso come cittadino. Come nell’antica Grecia: vuoi essere cittadino? Benvenuto nell’esercito”.

La citazione gli è venuta facile, perché prima di unirsi al reggimento che oggi tutto il mondo conosce studiava storia all’Università di Kiev.

Cyborg ha anche una madre famosa: Alla Samoilenko è il direttore di casting più famoso del cinema ucraino.

Lei ora teme non solo per la vita del figlio, ma anche che col tempo la verità sugli eventi di Mariupol non verrà mai fuori del tutto: “Sto osservando come il web viene ripulito da questioni scomode per le autorità su Mariupol e Azov – ha scritto sui social – la mia famiglia ha bisogno di figli, genitori, fratelli vivi. Quando guardo Ilya, i suoi amici, penso che dovrebbero costruire una nuova Ucraina. Come società abbiamo bisogno di loro vivi. Spero che accada un miracolo”.