Pubblicato il 25 Marzo 2022
Per il governo di Kiev, la guerra d’Ucraina potrebbe finire il 9 maggio. È quanto riporta uno degli aggiornamenti di Tgcom24 e Sky News.
Secondo le fonti dell’intelligence ucraina, quindi, il termine delle ostilità potrebbe essere il 9 di maggio. I soldati russi sarebbero stati informati dai loro superiori al riguardo. C’è poi l’aggiunta di qualche dettaglio su quella data, che, come è noto, non è casuale.
Il 9 maggio il Cremlino festeggia la “Giornata della vittoria”, la fine della cosiddetta “Grande guerra patriottica” che permise all’Armata Rossa di sconfiggere la Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale.
Quest’anno si celebrerebbe 77esimo anniversario di quel successo determinante per gli esiti del conflitto che sconvolse il mondo. Negli ambienti comincia a circolare la voce che in qualche modo il Cremlino voglia provare a unire i due avvenimenti: sconfitta dei nazisti e conquista dell’Ucraina.
Nel frattempo il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky, secondo quanto diffuso dall’agenzia Interfax, non è ottimista, ma anzi afferma che “De facto non stiamo facendo progressi sulle principali questioni politiche”.
Il riferimento è ai colloqui tra Russia e Ucraina. A quei negoziati che esistono ma non “sussistono” dall’inizio delle ostilità. Maggiore possibilismo sulle questioni secondarie, che secondo Medinsky mostrano posizioni “più vicine”.
Negoziati ai quali partecipa attivamente Roman Abramovich su disposizione di Putin in persona.
Lo scrive il Financial Times, citando due persone a conoscenza della questione. Secondo il giornale finanziario di Londra, “La benedizione diretta di Putin” dimostrerebbe che Abramovich ha cercato l’approvazione al più alto livello per aiutare ad avviare i negoziati per il cessate il fuoco tra le due parti alla fine di febbraio e smentirebbe le affermazioni dell’oligarca russo che ha negato di avere uno stretto rapporto con Putin.
Funzionari occidentali informati sull’andamento dei negoziati, prosegue il quotidiano britannico, hanno messo in dubbio che Abramovich abbia avuto un ruolo. Altri hanno suggerito che potrebbe aver cercato di sopravvalutare i suoi sforzi nel tentativo di evitare di diventare un bersaglio delle sanzioni occidentali e di perdere il controllo dei suoi asset nel Regno Unito, incluso il Chelsea. Abramovich in ogni caso è finito sotto sanzioni da parte dell’Ue e del governo britannico, mentre secondo il Wall Street Journal, Zelensky avrebbe chiesto agli Stati Uniti di non includere il miliardario nella propria lista nera proprio a causa del suo presunto ruolo di mediatore.