Il presidente Usa ha affrontato il tema di nuove sanzioni contro Mosca, che potrebbero essere annunciate nei prossimi giorni in coordinamento con i partner. Ha anche insistito sulla necessità che tutti gli alleati continuino a fornire armi a Kiev per affrontare l’offensiva russa a Est.
Gli Stati Uniti lavorano H24 per inviare armi all’Ucraina con una velocità “senza precedenti”, ha detto un alto funzionario del Pentagono alla Cnn, spiegando che l’intero processo è stato ridotto a 48-72 ore.
Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, l’amministrazione Biden ha autorizzato 2,3 miliardi di invii di armi ed equipaggiamento dai depositi americani, a cui si aggiungono altri 300 milioni nell’ambito della Ukraine Security Assistance Initiative, per l’acquisto di armi dai produttori.
Il processo di invio, che inizia con la lista delle richieste stabilita assieme agli ucraini, prevede una serie di passaggi e autorizzazioni per i quali normalmente ci vogliono mesi, ma ora viene compiuto in 48-72 ore “il che è senza precedenti”, ha spiegato l’alto funzionario.
Anche perché la Nato non farà un passo contro la Russia.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha condannato la nuova offensiva russa nell’Ucraina orientale e, allo stesso tempo, ha ribadito che la Nato non interverrà nel conflitto.
Scholz ha detto che la guerra è entrata in una nuova fase e che la sofferenza dell’Ucraina non lascia nessuno indifferente, secondo quanto riporta la Dpa.
“Proviamo una tristezza infinita per le vittime e, va anche detto, grande rabbia verso il presidente russo e questa guerra senza senso”, ha detto Scholz dopo la videoconferenza con i leader dei paesi partner e capi di Nato e Ue.
Oltre a ripetere che la Nato non interverrà nel conflitto, Scholz ha detto che “con i nostri alleati siamo concordi, la Russia non deve vincere questa guerra”, ma ha anche ribadito che “iniziative solitarie tedesche sarebbero sbagliate”, con probabile riferimento all’export di armi pesanti in Ucraina.
Lo fa pensare il fatto che il 51% dei tedeschi è favorevole alla fornitura di armi pesanti all’Ucraina. Lo indica un sondaggio condotto dall’istituto Forsa per i canali televisivi Rtl e Ntv, secondo cui invece il 37% è contrario alla consegna di armi di questo da parte della Germania. Dal sondaggio, inoltre, emergono opinioni contrastanti sulla questione se il governo tedesco debba fare di più per l’Ucraina. Il 38% dei 1.007 intervistati ritiene che Berlino stia facendo troppo poco per sostenere l’Ucraina, mentre il 34% ritiene che l’entità dell’aiuto sia equa. Al contrario, il 16% ha affermato che la Germania sta facendo troppo.
Intanto, a Mariupol “L’attacco c’è stato, ma non ci sono conferme per quanto riguarda le vittime civili o militari”. Lo ha detto a proposito del bombardamento dell’ospedale vicino all’acciaieria Azovstal il governatore della regione di Dontesk, Pavlo Kyrylenko, durante un collegamento con l’emittente Ua Pershyy.
A dare notizia dell’attacco è stato il parlamentare ucraino Sergiy Taruta, che su Telegram ha parlato di “trecento persone sotto le macerie, tra cui anche bambini”.
E nella regione di Zaporizhia sono stati registrati 155 casi di rapimento di civili commessi dalle truppe della Federazione Russa. Lo denuncia sui social il commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, Lyudmila Denisova. Le persone rilasciate sono 89, mentre 69 sono ancora in ostaggio. Delle 155 persone rapite, 34 sono rappresentanti degli enti locali (24 sono stati già rilasciati), 14 imprenditori, 12 vertici di imprese, istituzioni e organizzazioni, tre avvocati e due giornalisti, entrambi liberati.
“L’esercito russo ha lanciato un attacco missilistico su Kramatorsk, in cui si sa che almeno una persona è morta e tre sono rimaste ferite”, ha detto in un collegamento tv il governatore del Donetsk, Pavlo Kyrylenko, riferendo di “aspri combattimenti nella regione, con il nemico che sta cercando di attaccare a nord, dalle direzioni di Luhansk e Kharkiv”. Il governatore ha fatto sapere anche che “escludendo Mariupol, 350-370mila persone rimaste sul territorio della regione di Donetsk, contro il milione e 680mila persone presenti prima del 24 febbraio”.
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