Ieri, 19 aprile, l’Università di Catania ha ospitato, nell’aula magna del rettorato, un convegno dal titolo “La disforia di genere nei minori e la carriera alias negli istituti scolastici: questioni mediche, antropologiche e giuridiche”.
Il convegno è stato organizzato dall’associazione “Scienza e vita” e patrocinato dal forum delle associazioni familiari di Catania e Asp di Catania.
Tra i partecipanti c’era: la senatrice Binetti, già nota per le sue dichiarazioni contro l’aborto e la comunità LGBTQ+, il sindaco Trantino, l’arcivescovo di Catania, medici e giuristi.
Non è rimasta in silenzio parte della comunità universitaria che non ci sta alla presentazione del convegno, ritenendo che mette in discussione la carriera alias e la libertà delle vite delle persone transgender.
“È vergognoso, oltre che preoccupante, che l’Ateneo di Catania ospiti un convegno così pericoloso nei contenuti” dichiara Laura di Spine, “ allo stesso tempo, però, Unict si dichiara luogo di inclusione e contro ogni forma di discriminazione di genere. Serve prendere chiaramente le distanze da queste posizioni ed una volta per tutte non avvallare un evento che prevede come unici partecipanti associazioni e personalità ben note per le loro posizioni anti-scelta e discriminatorie. Infatti, il convegno esclude la comunità studentesca e le persone LGBTQ dalla possibilità di esprimersi sullo stesso piano, eppure siamo noi le dirette interessate di questa discussione. Proprio quello che dovrebbe essere un luogo di formazione e crescita si presta invece a narrazioni discriminatorie e contro la libertà delle persone.”
Un centinaio di studenti sono entrati nell’aula magna del rettorato e, poco dopo l’inizio del convegno, hanno esposto striscioni e cartelli con scritto “Fuori la transfobia da Unict!”, sono intervenuti per esprimere il proprio dissenso sull’iniziativa e sul ruolo dell’ Università di Catania.
Continua Laura “Noi non abbiamo intenzione di rimanere in silenzio né di accettare passivamente tutto ciò. Abbiamo detto chiaramente che questo convegno non è ammissibile. Hanno provato a nascondere dietro una finta presentazione l’attacco al diritto di vivere liberə di persone LGBTQ+, per questo come studenti abbiamo impedito che venisse promossa una narrazione discriminante e transfobica come se nulla fosse, come se non si stesse parlando della vita delle persone e come se queste non abbiano voce in capitolo, è inaccettabile!”
Dopo la chiusura anticipata del convegno e lo sgombero dell’aula, gli studenti e le studentesse sono rimaste nell’aula magna del rettorato in assemblea permanente rilanciando un appuntamento pubblico oggi, alle 9 davanti al rettorato.
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