Pubblicato il 10 Novembre 2020
La situazione nel governo Trump, ancora in carica, si fa sempre più complessa. Nella giornata di ieri Mark Esper, capo del Pentagono, è stato licenziato e ciò arriva dopo le recenti dimissioni di Lisa Gordon, capo dell’agenzia americana per le armi nucleari. Una manifestazione “tellurica” all’interno delle istituzioni che suggerisce ci possano essere altri scossoni in arrivo.
Se qualcuno aveva la speranza che dopo mesi di propaganda politica a tinte forti l’America avrebbe ritrovato un po’ di calma e serenità con la conclusione del ciclo elettorale, ebbene, è rimasto deluso.
In questi giorni, pur sapendo il nome del nuovo presidente degli Stati Uniti, l’aria che tira è pessima. Trump continua a parlare di elezioni truccate ma senza fornire alcuna prova e alcuni importanti membri repubblicani del Congresso invece di dissuaderlo lo appoggiano. Ma l’ira di Trump non si è solo rivolta verso l’esterno, indirizzata ai democratici, ma ha trovato sfogo anche all’interno del suo governo con il licenziamento del Segretario alla Difesa Mark Esper, comunicato dal presidente in carica via Twitter e anticipato poco prima all’interessato da Mark Meadows, capo dello staff della Casa Bianca.
Il 6 novembre scorso si erano registrate le dimissioni di Lisa E. Gordon-Hagerty, capo dell’agenzia americana per le armi nucleari. Queste erano avvenute dopo che alla Gordon-Hagerty era stato comunicato dall’ufficio del Segretario all’Energia Dan Brouillette che Trump aveva perso fede nella sua capacità di svolgere quel lavoro.
Questo nuovo scossone fra i ruoli chiave dell’amministrazione non fa che aumentare i dubbi su cosa stia succedendo alla Casa Bianca, con un presidente sconfitto alle urne ma non intenzionato a cedere l’ufficio a Joe Biden.
Come ha affermato l’ex direttore della CIA John Brennan in un’intervista alla CNN Trump “ora ora è molto imprevedibile, è come una tigre messa all’angolo e si scatenerà”. Alla domanda su cosa pensasse del licenziamento di Esper, l’ex capo della CIA ha risposto “è chiaro che Mark Esper è stato rimosso da Segretario alla Difesa perché ha respinto le intenzioni di Donald Trump di politicizzare l’esercito americano ed è abbastanza chiaro dai report che Mark Esper si è opposto a Donald Trump più volte. Chissà cos’altro si è rifiutato di fare?” Brennan ha poi proseguito manifestando i suoi dubbi e le sue preoccupazioni per cosa potrebbe invece accettare di fare il sostituto di Esper, Christopher Miller – direttore del National Counterterrorism Center, già definito da molti uno “yes man” di Trump.
Secondo i quanto filtrato dall’amministrazione americana pare che Mark Esper e Trump fossero giunti ai ferri corti tanto che, si dice, Esper stesse già preparando una lettera di dimissioni. Nel 2019 il Segretario alla Difesa fu fra coloro che chiesero di sbloccare gli aiuti all’Ucraina, trattenuti da Trump come arma di pressione sul governo di quel paese per poter ottenere in cambio delle investigazioni sul conto del figlio di Biden, Hunter Biden. Esper, sempre nel 2019, consigliò al presidente Trump di non ritirare le truppe dalla Siria e, in base a quanto riferiscono alcune fonti, pare abbia avuto un’idea divergente da quella di Trump anche sul come procedere con l’exit strategy in Afganistan.
Proseguendo, nell’estate del 2020 Esper criticò l’invio di truppe della National Guard e della US Park Police nelle città a disperdere i manifestanti del movimento Black Lives Matter e si disse dispiaciuto per quanto accaduto in Lafayette Square a Washington, dove le persone che stavano manifestando pacificamente furono respinte con la forza per permettere a Trump di realizzate una “photo op” (photo opportunity), con una bibbia in mano davanti alla St. John’s Church (Chiesa di San Giovanni). Nello stesso periodo il Segretario alla Difesa disse al presidente Trump di non invocare l’Insurrection Act, dunque di lasciar fuori l’esercito dalle questioni di ordine pubblico.
Mark Esper affermò inoltre che gli Stati Uniti non avrebbero mai bombardato dei siti culturali iraniani, contraddicendo così quanto il presidente Trump aveva pubblicamente minacciato di fare.
Più di recente invece, il Segretario alla Difesa aveva insistito per tenere l’esercito degli Stati Uniti fuori dalla campagna elettorale mentre i suoi colleghi William Barr (Attorney General), John Ratcliffe (Director of National Intelligence), Mike Pompeo (Secretary of State) e Sonny Purdue (Agriculture Secretary) si mettevano ampiamente a disposizione del presidente in carica.
Da tutto ciò si può facilmente capire che la convivenza era impossibile e che Trump avrebbe progressivamente marginalizzato il ruolo di Esper all’interno dell’amministrazione federale.
Così si è arrivati a ieri, con un presidente Trump rabbiosamente a fine mandato che toglie di mezzo un suo ministro dicendo semplicemente “Mark Esper has been terminated”. Terminato, rescisso, chiuso, finito il suo mandato alla Difesa.
Alcuni sospettano però che quello di Mark Esper sia solo uno dei licenziamenti in programma e che sulla la lista delle epurazioni ci possano essere anche i nomi del Attorney General William Barr, il direttore della CIA Gina Haspel e il Direttore dell’FBI Christopher Wray. Altri invece si augurano che il Partito Repubblicano intervenga al più presto per contenere le azioni di Trump o che addirittura si invochi 25° emendamento e lo forzino a lascare in anticipo il ruolo de presidente dell’America.
La reazione dei democratici a questa mossa di Trump è stata all’insegna dell’allarme, con la Speaker della House of Representatives Nancy Pelosi a definire la cosa “Una prova inquietante che il presidente Trump è intenzionato a usare i suoi ultimi giorni in carica per seminare il caos nella nostra democrazia americana e in tutto il mondo. La continuità e la stabilità sono sempre importanti durante una transizione presidenziale; sono assolutamente imperativi in questo momento, con questa amministrazione storicamente irregolare che si prepara alla sua partenza”.
Nella sua lettera di congedo indirizzata al suo dipartimento Esper ha affermato “L’onore e il privilegio di una vita il servire al vostro fianco come 27 ° Segretario alla Difesa degli Stati Uniti. Mi faccio da parte sapendo che c’è molto di più che si potrebbe fare insieme per far avanzare la sicurezza nazionale americana e che si è ottenuto molto nel tempo in cui ci siamo trovati a migliorare la prontezza, le capacità e la professionalità della forza congiunta, trasformandola e preparandola in modo fondamentale per il futuro.”
Fonti: CBS, CNN, CNN Cuomo Prime Time – 09/11/2020, Bloomberg 07/11/2020