Pubblicato il 16 Novembre 2024
Non è morto per una spedizione punitiva Singh Nardev, come si era ipotizzato inizialmente, ma per un macabro “gioco” di alcuni ragazzini che stavano testando una pistola a salve, poi modificata, acquistata da poco. Per questo motivo sono stati arrestati tre ragazzi, accusati di aver ucciso Nardev, 38enne indiano senzatetto che viveva in un casolare abbandonato di Ceglie del Campo, frazione di Bari, la sera del 31 maggio 2024. È stata eseguita la misura di custodia cautelare nei confronti di due maggiorenni, uno dei quali minore all’epoca dei fatti, e un minorenne. Altre tre persone sono indagate a piede libero per aver favorito la fuga dei tre giovani dopo l’omicidio.
L’uccisione del clochard
Gli inquirenti sono riusciti a risalire ai componenti del commando grazie alle immagini di videosorveglianza, ma anche grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, parente di uno dei tre, che ha confermato l’identità dei tre aggressori. In particolare ha rivelato che i tre erano riusciti ad acquistare la pistola nel quartiere di Japigia per 250 euro. Il motivo? A quanto pare vendicare lo sgarro subito da un boss.
La pistola, una volta acquistata, sarebbe stata modificata e i tre avrebbero ben pensato di “testarla” su bersagli umani. Come ricostruito dal pm Matteo Soave e dalla Squadra Mobile di Bari, i tre si sarebbero recati in un casolare abbandonato in via Giovanni De Candia, sapendo di trovare molti senzatetto, “invisibili” sui quali provare l’arma.
I tre in un primo momento avrebbero testato la pistola contro alcune bottiglie e poi tra le risate avrebbero usato Nardev, che era uscito per capire cos’era quel trambusto, come bersaglio umano. Il 38enne, ferito gravemente al petto, è morto quasi immediatamente. A quel punto sarebbero scappati per dirigersi a piedi in piazza di Ceglie del Campo, da dove poi sarebbero andati via con altre tre persone.
Le indagini
Il Procuratore di Bari, Ciro Angelillis, pur escludendo l’aggravante della premeditazione, ha definito comunque sconvolgente il movente che ha portato i tre giovani a fare fuoco senza esitazione e senza alcun motivo su un uomo disarmato, usandolo come bersaglio umano. I tre ragazzi sono accusati di omicidio e per l’unico giovane che all’epoca dei fatti era maggiorenne c’è anche l’aggravante della minorata difesa e dall’aver agito insieme a minorenni.