Pubblicato il 19 Luglio 2020
Usura, riciclaggio, intermediazioni, caporalato, spaccio, scommesse. Sono queste le infiltrazioni mafiose in Toscana e sul territorio fiorentino che emergono dal ‘Report OmCom 2020′ sulla criminalità a Firenze’ presentato oggi nel giorno della strage di via D’Amelio, dalla Fondazione Caponnetto.
La Toscana oggi, come anticipato qualche giorno fa, è una terra con alcuni punti deboli in un momento tra l’altro il cui quadro sociale è cambiato.
Il principale punto debole è quello che in Toscana esiste la auto-omertà, ossia la paura di affrontare la mafia in modo effettivo e non a parole. La paura di ammettere che la mafia e la criminalità organizzata sono molto presenti. La paura di dover riconoscere che in Toscana si sversano i rifiuti.
La questione rifiuti determina un cambiamento epocale nel disagio che subisce la Toscana. Nel 2013 la camorra sversava. Nel 2017 imprenditori locali sversano e ci sono intercettazioni choc, paragonabili a quelle dei peggiori camorristi, “che muoiano i bambini non m’importa”.
Nel 2017 al mercato ortofrutticolo di Firenze un imprenditore locale si rivolgeva alla ‘ndrangheta per riscuotere un debito.
Negli ultimi anni vi sono state delle operazioni al porto di Livorno che hanno dimostrato l’interesse criminale della ‘ndrangheta che lo utilizza per i suoi traffici. Quando una organizzazione criminale usa un porto, in parte lo controlla.
Negli ultimi anni alcune inchieste hanno scoperto cartelli di imprese che usavano determinati programmi per truccare le gare e permettere la rotazione delle ditte.
La situazione è quindi grave e da non sottovalutare. Niente camomilla, bisogna adeguare i parametri per essere un passo avanti alla mafia.
Oggi la Toscana se da un lato è sicuramente meglio delle realtà del sud ad alta densità mafiosa, dall’altro è peggiorata al punto che si può definire terra di colonizzazione mafiosa.
Oltre a ciò si assiste ad un utilizzo da parte di soggetti locali che delinquono con metodo metodi mafiosi da un punto di vista culturale.
Pertanto nel 2018 abbiamo sostituito lo slogan“la Toscana non è terra di mafia, ma la mafia c’è” con “la Toscana è terra di criminalità organizzata ed è in parte colonizzata dalla mafia”.
I problemi di infiltrazione però continuano e nel biennio2019-2020 ci sono state numerose operazioni antimafia tra cui il caso delle cosche calabresi interessate alla Stazione Foster, oppure del commissariamento di una importante azienda calabrese che si occupa di manutenzione strade e rifiuti.
Occorre inoltre trattare in modo esauriente il tema della costa livornese e lucchese dove regna l’auto-omertà, ossia il timore di affrontare l’argomento, in particolare la situazione nei porti e nel territorio di Piombino e dell’isola D’Elba.
A tutto ciò si aggiunge la crisi economica post Covid che favorisce ulteriormente la ramificazione delle singole cosche.
Per questo lo slogan adatto per il 2020 è: “la Toscana rischia di essere divorata dalla mafia in quanto le cosche fanno quel che vogliono“.
Riflessioni ed analisi su Firenze e Provincia Dai rapporti pregressi e dalle ultime operazioni emerge un quadro che non va in alcun modo sottovalutato.
Sono ben presenti sul territorio dell’area Metropolitana di Firenze sia gruppi riconducibili alle famiglie mafiose siciliane, calabresi e campane che gruppi criminali più o meno organizzata di nazionalità straniera in particolare albanesi, nordafricani e nigeriani-gambiani.
L’attenzione dei siciliani benché se ne parli poco è ben presente. L’ultima operazione in proposito del 2020 ha visto la famiglia di Corso dei Mille di Palermo ben radicata a Prato e a Firenze. I clan siciliani storicamente si sono specializzati in Italia e dall’estero nelle intermediazioni immobiliari, pertanto da un punto di vista strettamente analitico occorrerebbe iniziare a fare dei controlli a tappeto.
Degno di nota pure l’interessamento delle cosche palermitane degli Acquasanti e degli Arenella in merito alle corse dei cavalli. Si veda in tal senso l’indagine “mani in pasta”e relativo pestaggio del fantino. Non si può inoltre non notare poi la presenza dei fratelli Sutera a Firenze.
I clan calabresi da tempo sono pure presenti organizzati in modo organico pure nel narcotraffico come la recente indagine che ha coinvolto Dicomano dove risultano presenti da almeno 20 anni. I campi d’interesse sono variegati,in tal senso non si può non notare il loro interesse per la Stazione AV Foster ed il commissariamento di una importante società multiservizi che operava pure sulla FI-PI-LI.
Bisogna capire se,come probabile, vi è una presenza dei clan calabresi ma non solo alla Mercafir dove anni fa si registrò un episodio di presenza ‘ndranghetista su richiesta. Successivamente nel 2019 si è assistito ad una spedizione punitiva su cui poi è calato il sipario. È necessario approfondire.
I clan campani anch’essi sono innamorati del nostro territorio da tempo. Attivi nei settori tradizionali tipici delle mafie hanno investito in numerose attività. Nel tempo si possono trovare presenze storiche tra tutti dei Terracciano. Inoltre sono presenti imprenditori che operano per i clan,vedasi in tal senso le numerose operazioni avvenute nel corso dell’anno.
I clan albanesi sono anch’essi presenti e ben radicati in accordo con gli italiani. Il traffico di droga è la loro specializzazione. Bisogna seguire i loro soldi per vedere dove li stanno investendo. In alcune zone della città si assiste ad un fiorire di investimenti albanesi. Alcuni di questi potrebbero essere frutto di riciclaggio. Operano spesso in asse con i calabresi.
I clan cinesi sono forti e radicati. L’area Firenze, Prato ed Osmannoro è considerata centrale a livello nazionale per la loro mafia/criminalità organizzata. Ultimamente è emerso che per i canali internazionali di riciclaggio si servono pure di un canale comune con i clan calabresi.
I clan nordafricani sono presenti da tempo e si dedicano per lo più allo spaccio di droga. I clan nigeriani a Firenze sono ben presenti e sempre più radicati in vere e proprie piazze di spaccio quali le Cascine, la Fortezza da Basso e la Stazione S.M.N. Operano con i gambiani che sono per il momento la loro manovalanza, ma non è detto che continui così in eterno. Nei loro confronti sono state fatte diverse operazioni ma al momento non gli è stato imputato l’art.416 c.p. dell’associazione a delinquere e nemmeno il 416bis c.p. associazione mafiosa come in altre parti d’Italia. Questo non permette di colpirli in modo efficace. A Firenze vi sono pure tracce e presenze di clan pugliesi, georgiani e rumeni. I georgiani sono specializzati nei furti, i rumeni nella prostituzione.
Settori d’intervento da tenere sotto stretta osservazione
In tempi di Covid e conseguente crisi economica bisogna prestare alle mafie e alla criminalità maggiore attenzione in quanto la loro forza economica aumenta esponenzialmente intempi di pandemia. Il rischio è quindi altissimo.
Rischio usura. Di usura si parla poco. I casi denunciati sono pochi ma tutti sanno che esiste. Anzi siamo di fronte ad un fenomeno che per la crisi aumenterà in modo considerevole. Le vittime di usura purtroppo sono vittime spesso anche dei naturali meccanismi burocratici. Si assiste alla spasmodica lentezza dei risarcimenti anche dopo le sentenze di condanna degli usurai. La vittima rimane spesso sola. Bisogna trovare il modo, anche normativo, di intervenire per dare un maggior ristoro preventivo alle vittime d’usura.
Riciclaggio. La crisi economica aumenterà il già alto rischio di riciclaggio esistente nell’aerea di Firenze. Le attività economiche tra le quali la ristorazione, gli alberghi, garage privati, determinate tipologie di negozi sono di sicuro interesse per i clan. È stimabile che il70% nuove acquisizioni in alcune zone del centro possano essere frutto di riciclaggio.
Intermediazioni e acquisti immobiliari. Un altro terreno che interessa le organizzazioni criminali è ingenerale il settore degli immobili. Firenze è un mercato che fa gola. Se ne parla troppo poco. È altamente probabile l’interesse in proposito di numerosi clan.
Caporalato. È presente pure il caporalato. L’ultima operazione, che non è l’unica, dimostra la tendenza in atto. [Prossimamente la Fondazione Caponnetto presenterà un Report specifico sul Caporalato in Toscana]
Piazze di spaccio. A Firenze cade un tabù. Oramai sono presenti ed è un fenomeno da non sottovalutare. Non si può permettere che una parte del territorio fiorentino sfugga alcontrollo delle forze dell’ordine. Non siamo ancora al punto di non ritorno e le ultime operazioni di alleggerimento lo dimostrano ma non bastano. Le tre principali,ma ce ne sono altre di minori dimensioni sono: Cascine, Fortezza da Basso e Stazione S.M.N.
Zoomafia. Secondo il Rapporto Zoomafia della LAV, la Toscana per la sua posizione rappresenta un nodo importante per i traffici di animali. Non bisogna dimenticare, infatti, che sono state portate a termine diverse indagini sul traffico di cuccioli che hanno fatto emergere vere e proprie organizzazioni dedite a tale delitto, come pure, soprattutto in passato, inchieste sui combattimenti tra cani, con sequestri di allevamenti abusivi, che vedevano attivi gruppi organizzati con diramazioni a livello nazionale. [Nelle prossime settimane sarà diffuso il nuovo Rapporto Zoomafia 2020 con il patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto].
Parcheggiatori abusivi. I parcheggiatori abusivi da diversi anni hanno manifestato la loro presenza a Firenze. Sono essenzialmente divisi in tre gruppi. Gli italiani di origine meridionale, ì gruppi di nomadi e i centraficani. Sono forme di criminalità basiche ed in alcuni casi organizzate come dimostra la recente operazione della polizia locale di Firenze che ha prodotto dei risultati notevoli. La situazione nonostante sia migliorata dopo la suddetta operazione non va trascurata.
Gioco e scommesse. Siamo di fronte ad un settore che interessa le organizzazioni criminali e che interessa la nostra città.
Per la Fondazione Caponnetto, in un periodo così difficile economicamente è necessario cambiare registro rapidamente. Bisogna agire prima che i fenomeni criminali avvengano per contenerli e combatterli in modo più efficace.
Bisogna quando dei soggetti acquistano dei beni o subentrano in delle attività, domandarsi chi sono? Cosa fanno? Di chi sono amici?Di chi si circondano? Da dove prendono i soldi? Se le cinque domande non ricevono risposte chiare ed adeguate siamo di fronte ad un rischio criminale altissimo. Dobbiamo quindi agire con intelligenza favorendo quella che si può definire la lotta alla mafia ed alla criminalità del giorno prima basandosi sulle analisi avanzate ed investendoci le risorse necessarie.
Oggi non possiamo permettere che le organizzazioni criminali guadagnino terreno, sarebbe un errore mortale per il nostro territorio.