Il vaccino contro il covid sviluppato dallo Yenner Institute della Oxford Universiy in collaborazione con l’italiana Irbm sembra dare ottimi segnali dalle prime fasi di sperimentazione su umani.
Si chiama ChAdOx1 nCoV-19 ed è uno dei 23 vaccini Covid-19 attualmente in sperimentazione clinica a livello mondiale, secondo quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Oggi sulla prestigiosa rivista The Lancet è stato pubblicato lo studio che presenta i risultati raggiunti. Secondo quanto riportato nell’articolo andato in pubblicazione questo vaccino, realizzato dai ricercatori dello Yenner Institute della Oxford Universiy in collaborazione con l’italiana Irbm, ha stimolato una risposta anticorpale entro 28 giorni e una risposta a cellule T entro 14 giorni. Inoltre, da quanto si apprende, il ChAdOx1 “ha indotto una forte risposta immunitaria e anticorpale fino al 56/mo giorno della sperimentazione in corso”.
I dati presi in analisi e resi pubblici sono comunque riferiti alla fase 1-2 di test in cui sono stati coinvolti 1.077 individui sani di età compresa fra 18 e 55 anni, che non avevano avuto un pregresso contatto con il virus.
Da quanto illustrato nello studio, il vaccino si ritiene come ritenuto come sicuro e con sviluppo di pochi effetti collaterali dopo l’inoculazione. Dopo la somministrazione le reazioni più comuni sono state affaticamento e mal di testa, mentre in misura minore si sono riscontrati brividi, malessere, sensazione di febbre o febbre alta, dolore muscolare o dolore nel sito di iniezione. Al contempo, sembra che il ChAdOx1 determini “forti risposte” nella produzione di anticorpi e cellule immunitarie T fino al giorno numero 56 della sperimentazione clinica attualmente in corso, avvenuta in cinque ospedali del Regno Unito nel periodo compreso fra fine aprile a fine maggio. Durante il trial medico, effettuato in “blind”, i partecipanti hanno ricevuto il ChAdOx1 o il vaccino meningococcico, come gruppo di controllo.
“Stiamo assistendo a una buona risposta immunitaria in quasi tutti”, ha dichiarato il dottor Adrian Hill, direttore del Jenner Institute dell’Università di Oxford. “Ciò che questo vaccino fa particolarmente bene è innescare entrambe le “braccia” del sistema immunitario.” Il dottor Hill ha poi affermato che al momento son incorso test più ampi su esseri umani per meglio valutare l’efficacia del ChAdOx1. Questo ulteriore test sembra stia coinvolgendo 10.000 persone nel Regno Unito e altri volontari in Sud Africa, Brasile e fra poco dovrebbe partire un grande trial anche negli Stati Uniti, dove si prevede di arruolare 30.000 individui.
Secondo il professor Andrew Pollard, autore principale dello studio, “Il sistema immunitario ha due modi per trovare e attaccare i patogeni: le risposte anticorpali e delle cellule T. Questo vaccino ha lo scopo di indurre entrambi, quindi può attaccare il virus quando circola nel corpo, oltre ad attaccare le cellule infette. Speriamo che questo significhi che il sistema immunitario ricorderà il virus, in modo che il nostro vaccino protegga le persone per un lungo periodo. Tuttavia, – ha ricordato Pollard – abbiamo bisogno di ulteriori ricerche prima di poter confermare che il vaccino protegge efficacemente dall’infezione SARS-CoV-2 e per quanto tempo dura qualsiasi protezione.”
Il dottor Adrian Hill ha anche spiegato che la capacità di procedere velocemente nella valutazione dell’efficacia del ChAdOx1 dipenderà in buona parte da quanta trasmissione del visus ci sarà in atto. Secondo le stime di Hill, se si riuscissero a raccogliere abbastanza dati sull’efficace funzionamento del vaccino si potrebbe iniziare a immunizzare alcuni gruppi ad alto rischio già a dicembre, in Gran Bretagna.
Da quanto osservato fino a qui pare che il ChAdOx1 porti l’organismo a produrre un livello di anticorpi assimilabile a quello in atto nelle persone che sono state contagiate dal SARS-CoV-2 in modo naturale. Hill è poi entrato più nel dettaglio dicendo: “Ci sono prove crescenti che avere una risposta delle cellule T e anticorpi potrebbe essere molto importante nel controllo di COVID-19” e che le risposte immunitarie dell’organismo “possono essere addirittura maggiori dopo una seconda dose, in base a uno studio effettuato su un sottogruppo di 10 partecipanti.” La seconda iniezione di cui ha parlato il dottore verrebbe effettuata a distanza di due settimane dalla prima. Al contempo però Hill ha invitano tutti alla cautela perché i risultati fin qui ottenuti si focalizzano su una risposta immunitaria misurata in laboratorio, dunque “ulteriori studi clinici dovrebbero essere condotti su questo prototipo di vaccino”.
Ma come funziona il ChAdOx1? Questo vaccino si basa su una metodologia che impiega un vettore virale. Adrian Hill, illustrandone il funzionamento, ha spiegato che il vaccino di Oxford è progettato per ridurre la malattia e la trasmissione della stessa. Esso utilizza un virus innocuo (un adenovirus che causa il raffreddore negli scimpanzé) ingegnerizzato per in modo tale da non potersi diffondere. Questo adenovirus una volta iniettato nel corpo umano si diffonde fra le cellule e le stimola a produrre le proteine spike del coronavirus . Queste fungendo da antigene innescano la risposta immunitaria senza portare l’individuo ad ammalarsi ma riuscendo comunque a preparare le sue difese per un eventuale incontro con il SARS-CoV-2 nella sua interezza, che in quel caso verrebbe prontamente riconosciuto e arginato..
Da un punto di vista produttivo c’è da rilevare invece l’accordo fra il centro studi universitario che ha sviluppato il vaccino e la farmaceutica AstraZeneca Plc’s (AZN.L) che ne garantirebbe poi una vasta produzione (2 miliardi di dosi). Il ChAdOx1, fra l’altro, riguarda direttamente il nostro paese non solo per il coinvolgimento della Irbm di Pomezia nel progetto ma anche per un’intesa raggiunta da AstraZeneca con Italia, Francia, Germania, Olanda e Gran Bretagnaper la produzione e distribuzione di 400 milioni di dosi, nel caso la ricerca in corso ottenesse i migliori esiti. Ma a puntare su questo vaccino non è stata solo parte dell’europa, un simile accordo infatti è stato raggiunto anche con gli Stati Uniti.
Ma, assieme alla pubblicazione dello studio inglese, la rivista The Lancet oggi ha dato pubblicato anche un secondo studio che invece riguarda un progetto di vaccino cinese. In questo caso il vaccino si chiama Ad5-vectored COVID-19 vaccine e la società che si propone di produrlo è l’azienda CanSino Biologics. Il suo funzionamento ricalca quello in sviluppo all’Università di Oxford e si basa dunque sullo sfruttare un adenovirus reso innocuo (in questo caso un virus del comune raffreddore umano) per spingere l’organismo a costruirsi le giuste difese e tenere memoria di quell’esperienza.
Anche i cinesi hanno già provvisto a testare il loro vaccino su umani realizzando un trial che ha avuto come protagonisti i soldati dell’Armata Rossa. A tale sperimentazione hanno partecipato 508 persone di cui 253 hanno ricevuto una dose elevata, 129 una dose bassa e 126 un placebo. Da quanto riportato nello studio due terzi dei partecipanti avevano tra 18 e 44 anni, poi il 26% (134) era costituito da individui fra 45-54 anni e infine il 13% (65) avevano un’età di 55 anni o maggiore.
I partecipanti al test sono stati seguiti per 28 giorni dopo l’iniezione del vaccino e sottoposti a diversi prelievi sanguigni, di cui uno prima dell’avvio del trial e a seguire al 14° e al 18° giorno dalla vaccinazione. Dai dati raccolti è poi emerso che dopo 28 giorni il 95% (241/253) del gruppo a cui era stato inoculato il dosaggio alto e il 91% (118/129) di coloro che hanno ricevuto una dose bassa di Ad5-vectored COVID-19 vaccine presentavano tanto le cellule T quanto gli anticorpi. Nello stesso studio però è notato che i partecipanti non erano stati successivamente esposti al coronavirus, dunque non è stato possibile stabilire se fossero protetti dalla malattia.
Secondo il dottor Feng-Cai Zhu, ricercatore del Jiangsu Provincial Center for Disease Control and Prevention e coordinatore dello studio, “Il trial di fase 2 aggiunge ulteriori prove su sicurezza e immunogenicità del vaccino in un ampio gruppo di individui. Si tratta di un passo importante e i trial di fase 3 sono già in corso”.
Fonte: ANSA 20/07/2020 Ore 16:55 – AP / CNN / ABC / The Lancet (ChAdOx1 e Ad5-vectored COVID-19)
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