Pubblicato il 12 Luglio 2022
Da qualche mese a questa parte ha iniziato a diffondersi in Italia e non solo il vaiolo delle scimmie, noto come “monkepox” (MPX), una patologia causata da un virus simile a quello del vaiolo, ma che si manifesta in forma decisamente meno grave.
Si presenta nell’uomo con sintomi come febbre, mal di testa, brividi, astenia, ingrandimento di linfonodi, dolori muscolari e un’eruzione cutanea che comprare entro 3 giorni partendo dalla faccia per poi diffondersi in tutte le parti del corpo.
Nella maggior parte delle persone il vaiolo delle scimmie è una malattia autolimitante e svanisce nell’arco di 2-4 settimane.
Benché il virus al momento non sembra destare grandi preoccupazioni, bisogna segnalare un aumento significativo dei contagi: oggi se ne contano ben 7.000.
Sulla questione è intervenuta Ilaria Capua, direttrice dell’UF One Health Center dell’università della Florida.
Ilaria Capua sul vaiolo delle scimmie: “Potrebbe essere necessario un vaccino”
Ilaria Capua, ospite della trasmissione “In Onda” su La7, analizza la situazione e fa il punto sul vaiolo delle scimmie: “All’inizio dicevano che non c’era bisogna di preoccuparsi, ma oggi ci sono già 7.000 casi e potrebbero essere molto di più”.
Il problema, secondo la professoressa, è il “liberi tutti” che ha favorito situazioni di promiscuità, dove è più facile trasmettere il virus. In USA si sta procedendo al vaccino e anche in Italia si era parlato di una possibile vaccinazione già a maggio, opzione che fu però inizialmente scartata.
Eppure, come spiega la Capua, se non si adottano le contromisure necessarie il rischio è alto: “Corriamo il rischio che questo virus dalle persone faccia uno spillover nei roditori che sono i veri serbatoi del virus. Ci sono persone che hanno il vaiolo delle scimmie e magari non vogliono che si sappia e così non denunciano le lesioni e la situazione clinica che stanno passando.
Questo vuol dire – prosegue la professoressa – che iniziano a gestire male le lesioni, gettando nell’immondizia garze e cerotti usati per medicare le ferite. Il rischio è che questi rifiuti vengano a contatto con i roditori facendo quello spillover di cui parlavo prima”.
Come si sta muovendo l’OMS?
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), dinanzi al preoccupante aumento di casi di vaiolo delle scimmie, è pronta a rivalutare la sua posizione sulla malattia che potrebbe essere considerata un’emergenza di salute pubblica di portata internazionale.
Al momento l’OMS continua a monitorare l’andamento della patologia ma, come già annunciato dal direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, nella settimana prossima sarà convocato il comitato per fare il punto della situazione.