Un messaggio? Un avvertimento? Un semplice atto vandalico? Di sicuro un gesto inaccettabile ed inqualificabile: questa notte a Ragusa hanno bruciato la Tenda dell’accoglienza, simbolo della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, in vista della quale la Fondazione San Giovanni Battista ha curato la realizzazione di molti eventi.
“La Tenda era stata inaugurata alla presenza della Rappresentanti della Prefettura, della Questura, del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, del Comune di Ragusa, del Comune di Comiso e della Diocesi di Ragusa, il 20 settembre in piazza San Giovanni – ha spiegato Renato Meli, presidente della Fondazione San Giovanni – ed è stata poi trasferita presso Ponte vecchio dove è stato steso il drappo formato dalle unione di stoffe differenti. Attraverso la tenda abbiamo voluto ricostruire un luogo di incontro e partecipazione, terreno fertile per lo sviluppo di un Noi sincero e arricchente. Il cammino che Papa Francesco ci ha proposto è faticoso impervio ed esigente ma, davanti a questo atto vandalico, capiamo quanto sia importante continuare in questo percorso, attraverso l’impegno della Comunità e il lavoro che gli operatori dell’accoglienza fanno giorno dopo giorno. Solo così si può rispondere con la testimonianza del servizio e la costruzione di quel Noi “come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra Casa comune, tutti sorelle e fratelli”.
Solidarietà da più parti per la fondazione San Giovanni, anche da Confcooperative provinciale Ragusa, il cui presidente provinciale Gianni Gulino si dice esterrefatto perché ad essere colpito è stato un simbolo di pace e di integrazione: “Questi gesti – afferma Gulino – poco o nulla hanno a che vedere con la cultura di tolleranza e di accoglienza della città di Ragusa. Nel manifestare la nostra più profonda solidarietà a tutti i componenti della fondazione, con in testa il presidente Renato Meli, auspichiamo che gli autori di questo gravissimo episodio possono essere individuati e posti dinanzi alle loro responsabilità”.
“Non è e non sarà considerato un atto goliardico – è invece il commento del sindaco di Ragusa Peppe Cassì – Bruciare la tenda dell’accoglienza, che era stata cucita unendo drappi tessuti da mani di tutto il mondo grazie all’impegno della Fondazione San Giovanni, è un atto di grave vandalismo e ancora peggio è un gesto di palese, inaccettabile intolleranza, di idiozia e di vigliaccheria. Con che coraggio si può dare alle fiamme un simbolo di pace e integrazione? Ragusa non è questa, siamo anzi certi che altri simboli di fratellanza continueranno a colorare la nostra città. Ci appelliamo alle Forze dell’ordine affinché individuino al più presto i responsabili”.
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