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Roma

Crisi occupazionale all’Ares 118: decine di addetti rischiano il posto di lavoro

Con l’integrazione dell’Ares 118, molti autisti e barellieri rischiano di perdere il lavoro. La riduzione del personale nelle ambulanze solleva preoccupazioni per la qualità del servizio di pronto intervento sanitario

Pubblicato il 23 Luglio 2024

Le prospettive occupazionali per autisti e barellieri delle imprese che gestiscono il pronto intervento sanitario stanno diventando sempre più critiche. Con l’azienda regionale Ares 118 pronta a riprendere il controllo diretto della gestione delle ambulanze, molti conducenti e soccorritori potrebbero perdere il loro lavoro.

Esperienza non riconosciuta

Molti autisti, nonostante abbiano un’esperienza decennale, non hanno i cinque anni di anzianità previsti dal bando per l’assunzione degli autisti da parte del servizio sanitario regionale. Questo perché nel corso del tempo hanno cambiato mansione. Gli attuali impiegati che svolgono la funzione di soccorritori non qualificati, come i barellieri, sono particolarmente a rischio.

Sindacati e politica disinteressati

Durante una recente audizione in Regione Lazio, due sindacati maggioritari non si sono presentati, mentre un altro ha espresso contrarietà a rivedere i termini di assunzione. La politica locale, ad eccezione di pochi, sembra disinteressata alle sorti di chi ha garantito finora un servizio essenziale.

Riduzione del personale e del servizio

La Ares 118, riassorbendo la gestione delle ambulanze, ha ridotto il numero di lavoratori impiegati a bordo da tre a due. Questo taglio, non previsto in altre regioni, non sembra giustificato dalla necessità di ridurre i costi del servizio, soprattutto considerando che molte tecniche di soccorso richiedono almeno tre soccorritori.

Parole chiave

Ares 118, autisti, barellieri, pronto intervento sanitario, Regione Lazio, sindacati, occupazione, riduzione del personale, emergenza sanitaria.